Raramente li abbiamo visti manifestare in pubblico, eppure anche gli agricoltori hanno i loro problemi.

In questo periodo di “caro bollette” i mezzi di comunicazione raccontano – giustamente – i disagi delle famiglie e delle aziende alle prese con le speculazioni su luce e gas ma non per esempio degli agricoltori che, al contrario, è la categoria che per prima aveva denunciato già nella seconda metà del 2021 l’anomala crescita dei prezzi sia dell’energia che delle materie prime. E per le imprese agricole i rincari rischiano di avere un impatto decisamente penalizzante, se è vero che chi lavora i campi deve già normalmente confrontarsi con costi di produzione molto alti a fronte di rese irrisorie e, spesso, si trova nell’impossibilità di ritoccare i propri prezzi quando, nell’ambito della filiera agroalimentare, si confrontano con le grandi aziende  della produzione e con le catene commerciali della grande distribuzione.

Eppure l’agricoltura è considerata da sempre il settore primario di ogni sistema economico, per il ruolo vitale che svolge nel tentativo di garantire il cibo alla popolazione. Quasi una missione che gli agricoltori vogliono portare avanti con coraggio e determinazione, posto che oggi nel mondo ancora 150 milioni di persone non hanno la garanzia di poter assumere alimenti di qualità e sufficienti per il proprio nutrimento. Per questo il settore da tempo ha deciso di impostare la propria strategia di sviluppo su due direttrici fondamentali: da una parte la salvaguardia della qualità dei propri prodotti con il rispetto dei principi della tradizione, ma anche un approccio di tipo scientifico per poter consentire adeguati standard di produzione.

E’ questo il tema al centro dell’odierna puntata di Extra: Tommaso Battista, presidente nazionale di Copagri, ne parla con Claudio Micalizio per raccontare le criticità del settore ma, anche, confermare la grande determinazione della categoria che anche in fasi economicamente complesse non ha mai smesso di investire e operare per il bene di tutti.

Nella seconda parte, invece, spazio ad un libro che mette sotto accusa le modalità con cui l’informazione italiana sta raccontando il conflitto in Ucraina: per Giulio di Luzio, autore de “Le foche ammaestrate. Il giornalismo italiano ai tempi della guerra”, giornali e televisione stanno dando versione parziale di quanto sta accadendo perché intrisi da pregiudizi e prospettive “di dominio atlantista”.