Roma di Giorno con Elisa Mariani – Puntata di Venerdì 16 Giugno 2023
SALUMI E CARNI: L’AUMENTO DEI COSTI DI PRODUZIONE E L’INFLAZIONE PESANO SU PRODUZIONE E CONSUMI NEL 2022 E INCOMBONO SUL 2023
Ospite in collegamento Davide Calderone, Presidente di Assica – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi
Nel 2022 del post pandemia e della crisi energetica, le aziende del comparto suinicolo sono state messe particolarmente alla prova. L’Assemblea annuale ASSICA, che si è svolta ieri, 15 giugno 2023, a Roma, ha evidenziato come conseguenza del difficile anno passato una flessione sia nella produzione di salumi (in quantità, con un 2022 che ha chiuso a -2,2% rispetto al 2021) che nei consumi, con una flessione della domanda interna, cui si è aggiunta nell’ultimo trimestre del 2022 anche la forte contrazione di quella estera. E la situazione non sembra migliorare per il 2023.
Nel 2022, il settore ha mostrato una certa resilienza testimoniata dai buoni risultati delle vendite in GDO, ma l’incremento dei costi di produzione ha penalizzato i volumi venduti negli altri canali, che hanno recepito prima gli aumenti. Proprio in questi canali, infatti, i consumatori sembrano aver variato prima le proprie abitudini di spesa, modificando tipologia di prodotti comprati e i quantitativi. Inoltre, soprattutto nella prima fase dell’anno, si è assistito ad un ridimensionamento dei formati di vendita che ha contribuito alla riduzione dei quantitativi venduti come anche la maggiore attenzione delle famiglie che, abbandonata la mentalità della scorta che aveva contraddistinto la fase del Covid, hanno effettuato acquisti sempre più consapevoli e in prossimità della occasione di consumo.
Nel complesso dell’anno la disponibilità totale per il consumo nazionale di salumi (compresa la bresaola) è stata di 994,1 mila ton (-2,1%) contro 1,015 milioni di ton dell’anno precedente. Il consumo apparente pro-capite, considerato l’andamento della popolazione, si è attestato intorno ai 16,7 kg contro i 17,0 del 2021 (-2,1%).
I consumi apparenti dei prosciutti crudi stagionati sono scesi a 219.700 ton (-1,2%); quelli di prosciutto cotto sono saliti a quota 276.100 ton (+0,5%). Sono risultati in aumento anche i consumi di mortadella e wurstel (+6,0% per 202.100 ton) e quelli di salame attestatisi a 84.900 ton (+4,2%). Hanno evidenziato un deciso ridimensionamento i consumi di bresaola scesi a 24.000 ton dalle 25.800 dell’anno precedente (-6,9%) e quelli degli “altri salumi”, attestatisi a 187.200 ton. (-14,8%).
La struttura dei consumi interni vede quindi al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 27,8% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 22,1% da mortadella/wurstel al 20,3%, dal salame all’8,5% e dalla bresaola al 2,4%. Chiudono gli altri salumi al 18,8%.
Considerando l’insieme dei salumi e delle carni suine fresche, il consumo apparente pro-capite è rimasto stabile a 28,4 kg (+0,2%) grazie all’incremento registrato dai consumi di carne suina fresca (+3,6%).
Nel 2022 la produzione di conserve animali e quella di grassi lavorati è risultata in flessione rispetto a quella dell’anno precedente attestandosi a 1,393 milioni di ton da 1,433 milioni di ton del 2021 (-2,8%). L’insieme delle produzioni ha presentato un fatturato di 8.964 milioni di euro, superiore (+2,2%) a quello del 2021 (8.774 milioni di euro).
La produzione di salumi nel 2022 ha evidenziato una flessione in quantità, dopo l’importante incremento registrato nel 2021 e ha chiuso i dodici mesi attestandosi a 1,143 milioni di tonnellate da 1,169 del 2021 (-2,2%). È risultato in leggero aumento, invece, il valore della produzione salito a 8.522 milioni di euro (+1,2%) da 8.420 milioni del 2021 spinto dagli aumenti dei costi di produzione.
Anche in merito alla produzione (in volumi) il primo posto va al prosciutto cotto, con una quota pari al 25,4% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 24,4%, dalla mortadella al 14,9%, dal salame all’11% e daiwurstel al 5,5 %. Chiudono gli altri salumi al 19%.
Discreto risultato per le esportazioni di salumi italiani nel 2022 nonostante le penalizzazioni dovute alla PSA (che ha determinato la chiusura di alcuni importanti mercati esteri come Giappone, Serbia e Taiwan e l’imposizione di restrizioni da parte di altri mercati) e all’inflazione che hanno pesato sugli scambi rallentandone il passo e limitando il potenziale del settore.
Secondo i primi dati rilasciati da ISTAT, nel corso del 2022 le spedizioni dei salumi italiani si sono fermate a quota 197.800 ton per 1.990,9 milioni di euro, registrando una lieve flessione a volume (-0,4%) ma una crescita a valore (+7,4%). Dati che nascondono però il forte peggioramento registrato dall’export nell’ultimo scorcio dell’anno, quando, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno fatto rallentare anche la domanda dei nostri tradizionali partner commerciali, soprattutto quelli comunitari.
Le importazioni hanno mostrato una contrazione in quantità ma una crescita in valore, fermandosi a quota 48.172 ton (-6,8%) per un valore di 255,2 milioni di euro (+3,5%).
Il saldo commerciale del settore è salito a quota 1.735,6 milioni di euro, in aumento (+8,1%) rispetto al 2021. Le esportazioni del comparto in termini di fatturato hanno, però, mostrato un passo più lento rispetto a quello dell’industria alimentare (+18,5%) e a quello generale del Paese (+19,9%).
FIUMICINO, FRANCA REAL: IL RIFUGIO INVISIBILE DEI SENZA TETTO
Ospite in collegamento Clarissa Montagna, redazione “Il Faro Online”
Lamiere, calcinacci, pezzi di ferro. Passando sul ponte 2 Giugno, a Fiumicino, della Franca Real non resta che la chiglia. La nave fantasma, che ha più volte messo a repentaglio la sicurezza dei cittadini, sembra essere un lontano ricordo. Manca davvero poco alla completa demolizione.
Ma quella nave, che ora lentamente svanisce sotto gli occhi dei gabbiani, mentre era ancorata all’argine del Tevere, mentre le muffe e la ruggine ne corrodevano le pareti, è stata la dimora di chi oggi ha perso tutto. Diverse voci giravano per la città sull’argomento: “Ci dormono i barboni“, “Ce stanno gli stranieri là dentro de notte”. Persone, prima ancora che barboni o stranieri, che, costrette dalla vita, si sono ritrovate senza nulla. E nella Franca Real avevano trovato una piccola casa.
A raccontarlo sono gli operai che in questi giorni stanno continuando i lavori di demolizione. Accompagnati dai supervisori del cantiere, i giornalisti de ilfaroonline.it sono saliti su quello che rimane del relitto, riuscendo ad accedere anche ai locali situati nella parte più bassa della nave.
“Abbiamo rimosso circa 300 metri cubi di rifiuti”, ci racconta Osvaldo Aimar, direttore tecnico commerciale di Coprogetto srl che sta guidando i suoi operai affinché l’imbarcazione venga smaltita del tutto secondo il cronoprogramma stabilito. “Qui qualcuno sicuramente ci veniva a mangiare. Abbiamo trovato piatti, bicchieri, posate. Ma non quelli usati dalla nave. Si vedeva che erano recenti, c’erano ancora gli avanzi“.
Parole che fanno riflettere: un relitto puzzolente usto come una sorta di rifugio di fortuna. E se si considera che, prima dell’inizio dei lavori non c’è mai stato nulla che impedisse l’accesso, nonostante la pericolosità del relitto, immaginare la Franca Real, da tutti descritta – giustamente – come un grande rischio per la città tutta, come ricovero per clochard risulta difficile.
Ma le “scoperte” nono sono finite. “Dicevano che c’era l’amianto ma non ne abbiamo trovata traccia. Qui c’è solo lana di vetro, non c’è amianto“. Gli operai ci accompagnano poi nel vano motore. E davanti a noi appare un motore nuovo con appena 200 ore di funzionamento. “E ora che fine farà?”: “Si deve buttare. purtroppo questa nave è stata risistemata tutta ma poi non è mai stata usata. Questo è un signor motore ma purtroppo non è mai entrato in funzione appieno e ora lo dobbiamo smaltire insieme al resto“. “E questo” “Questo è il ponte di comando, o quello che ne rimane”, ci dicono indicandoci una pulsantiera. Anche le ancore, fissate all’interno del relitto, sembrano nuove.
Quotidianamente la nave si riduce sempre di più. I ponti sono stati tagliati e spostati sulla banchina e, con una gru della ditta Nezzi, caricati su un camion. Un’operazione a costo zero per Istituzioni locali e del tutto green. La ditta che opera la demolizione del relitto, infatti, recupererà tutto il ferro e il materiale riciclandolo. Tutto sarà portato in fonderia e avrà nuova vita. Anche i cavi elettrici saranno differenziati.
Quando saranno ultimati i lavori? Entro luglio. Un’operazione, quella in corso, resa possibile grazie al lavoro sinergico della Regione Lazio e della Regione Piemonte. In particolare, l’ingegnere Pineschi della Pisana, che si è interessati in prima persona nell’ottenimento delle autorizzazioni necessarie, nella loro semplificazione e il dottor Roberto Petrucci, direttore del cantiere, che supervisiona il corretto svolgimento di tutte le procedure. A supervisionare le operazioni anche la Capitaneria di Porto. Diverse le ditte che, ognuna nei propri ambiti, stanno operando sul relitto: Ecol Roma, Sica srl, Sire servizi per l’ambiente srl, Arca service srls e Global service.
DA ACILIA AD OSTIA, IL X MUNICIPIO RISCHIA DI ESSERE SEPOLTO DALL’ACQUA: L’ALLARME DI LEGAMBIENTE
Legambiente Lazio continua la sua analisi sui rischi idrogeologici legati alla pericolosità nei territori per frane e alluvioni. Oggi approfondimento che focalizza la situazione di Roma con le schede “Roma a Rischio“, nelle quali si evidenziano i numeri e le mappature sui dati complessivi e sulle zone a pericolosità elevata”.
Sono 96.586 i Romani che vivono in aree a pericolosità da alluvioni e 2.431 quelli per frane. La pericolosità da alluvioni riguarda ben il 9,1% del territorio, pari a 117 ettari, dove sorgono qualcosa come 11.388 edifici, lavorano 9.650 imprese ed esistono 177 beni culturali. A rischio frana una popolazione di 586 abitanti, 55 edifici, 78, imprese e 6 beni culturali.
“Nella Capitale c’è un numero enorme di edifici, beni culturali, imprese e popolazione in aree a elevata pericolosità per alluvioni e frane – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – e con quasi centomila romani esposti a questi rischi, continuiamo ad assistere a eventi climatici estremi come quelli delle ultime ore che hanno messo a dura prova interi quadranti urbani. C’è bisogno di predisporre in primo luogo nelle zone ad elevata pericolosità, ogni strumento che metta in sicurezza quanti ci vivono e lavorano; in tal senso, ci rivolgiamo alla Regione che deve intervenire con la messa in sicurezza idraulica del reticolo fluviale come con il rafforzamento dei percorsi di contratto di fiume. E ci rivolgiamo al Comune, perché intraprenda una grande azione di azzeramento delle prospettive edificatorie, con varianti al PRG a riduzione di consumo di suolo, e perché si realizzino progetti di deimpermeabilizzazione dei suoli e delocalizzazione delle strutture a maggior rischio”.
Nello studio, Legambiente ha focalizzato anche l’attenzione sui quartieri a più elevata pericolosità per il rischio alluvioni: nel quadrante sud-ovest Ostia, Acilia, Casal Palocco, Infernetto, Eur Torrino, Tor di Valle; a est Tiburtina e Prenestina; a nord Settebagni, Labaro, Salaria e Tiberina, nelle aree centrali il quadrante compreso tra Villaggio Olimpico, Corso Francia, Via Guido Reni. Zone con pericolosità per frane sono invece a Trastevere, Baldo degli Ubaldi, Monte Mario, Villa Glori, Viale Tiziano e Labaro. L’analisi di Legambiente Lazio è basata su dati ISPRA-IDROGEO.
CALCIO VIOLENTO A LATINA: GIOCATORE INSULTA L’ARBITRO, POI LO PICCHIA
Quella che sarebbe dovuta essere una normale partita di calcio di seconda categoria, in cui avrebbero dovuto regnare divertimento e voglia di vincere, si è invece trasformata, per l’ennesima volta, in un teatro di violenza. Una violenza che ha visto come vittima l’arbitro del match
Il 21 gennaio, infatti, un 36enne giocatore di una squadra locale a Latina, ha ben pensato di insultare a fine partita il direttore di gara. Quest’ultimo non ha potuto fare altro che espellerlo, un cartellino rosso che a quanto pare non è stato ben accettato da parte del 36enne. Non contento degli insulti, infatti, ha aggredito fisicamente l’arbitro, provocandogli 7 giorni di prognosi: per tutto ciò il Questore di Latina ha emanato il Daspo nei suoi confronti. E per tali fatti l’uomo veniva indagato in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria. per il reato di lesioni.
“MUSIC DAY ROMA”, TORNA NELLA CAPITALE MAURIZIO SOLIERI CON IL SUO NUOVO ALBUM “RESURRECTION”
Ospite in collegamento Maurizio Solieri, musicista e compositore
In occasione del Music Day Roma, domenica 18 giugno 2023 alle ore 18.00 presso il Mondadori Store del Parco Da Vinci di Roma Maurizio Solieri presenta in anteprima il vinile del suo ultimo album “Resurrection” in uscita il 23 giugno. Segue firmacopie.
“Resurrection” è un progetto discografico musicalmente molto vario, si passa dal cabaret pop di Tommy all’hard rock di Rock’n’roll Heaven, dalla ballata Jimmy al pezzo “rollingstoniano” Checkin’ out your throne con tanto di fiati. Le prime registrazioni del disco sono iniziate nell’ottobre 2020 presso gli studi Gadda a Bologna, continuando poi, sempre nel periodo della pandemia, con la collaborazione di Eric Solieri (figlio di Maurizio) alla batteria e altri amici come Michele Luppi e Lorenzo Campani.
Maurizio Solieri nasce il 28 aprile 1953 a Concordia sulla Secchia (Modena). All’età di dieci anni folgorato dall’ascolto del primo disco dei Beatles comincia a suonare da autodidatta la chitarra acustica. Ha una grande passione per i gruppi in attività tra gli anni ’60 – ’70, The Yardbirds, Cream, Eric Clapton, Jimi Hendrix, Jeff Beck, John Mayall. Segue con passione l’evolversi della musica rock che via via si tingerà di psichedelia, di sonorità più hard, di progressive, di folk e di jazz.
Nel 1976 Solieri parte per compiere il servizio militare obbligatorio, lasciando l’università. Nel 1977 tramite il suo migliore amico Sergio Silvestri, conosce Vasco Rossi, in una delle prime radio libere dell’epoca, “Punto Radio”. Nell’estate di quell’anno terminati gli obblighi di leva, arriva a Zocca e inizia come speaker nel programma “Jazz Time”. L’anno successivo tutto lo staff della radio si trasferisce a Bologna e, negli studi della primissima Fonoprint, inizia la collaborazione musicale con Vasco e Gaetano Curreri. Cominciano i primi successi, dalle discoteche dell’Emilia-Romagna ai festival estivi; i dischi si succedono e l’audience aumenta, fino al successo nazionale con “Vita spericolata”.
A metà degli anni ’80 comincia a comporre musiche per Vasco Rossi, la prima è “Canzone”, poi quelle che diventeranno “Dormi, dormi”, “C’è chi dice no”, “Lo show”, “Ridere di te” e altre ancora. Nel giugno di quell’anno fondano la Steve Rogers Band, che da backing-band di Vasco inizia ad avere vita propria e a raggiungere nel 1988 un grande successo con “Alzati la gonna”.
Dopo qualche anno, rientra in tournée con Vasco Rossi ma alla fine degli anni ’90 si separa nuovamente. Nel 1997 forma un duo con Fernando Proce, pubblicando l’album “Proce & Solieri”, preceduto dal singolo “Radio Show”.
Nello stesso periodo fonda una band rock chiamata Class, con alcuni membri della Steve Rogers e il cantante anglo- bolognese Vic Johnson. Suona nel trio Chitarre d’Italia con Franco Mussida (PFM) e Dodi Battaglia (Pooh). Poi nel 1999 il ritorno con Vasco Rossi, con cui rimane fino al 2013. Si susseguono altre collaborazioni soprattutto femminili, come Skin (durante un concerto di Natale a Montecarlo), Dolcenera (Festival di Sanremo del 2006) e Bianca Atzei.
Il 12 marzo 2010 esce l’album da solista “Volume One”, che contiene brani cantati e strumentali. Il brano “Please, believe me” vede come ospite alla voce Michele Luppi.
Anticipato dai singoli “Tommy” e “Rock’n’roll Heaven”, venerdì 24 giugno 2022 è uscito sulle piattaforme di streaming digitale “Resurrection”, il nuovo album di Maurizio Solieri che sarà disponibile in formato vinile dal 23 giugno 2023.