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Il bio laboratorio di Pesaro (Catanossi, Fortunati e Palanghi)

 

Con Marco Palanghi, portavoce Comitato cittadini liberi Pesaro, Lucia Catanossi, Claudio Capitini e Alessio Fortunati, biologo molecolare, cercheremo di capire che cosa sta succedendo a Pesaro e che cosa potrebbe succedere a Lidarno (PG), in entrambi i luoghi infatti si prospetta la costruzione di un bio laboratorio di livello di biosicurezza 3. Il bio laboratorio sorgerebbe in zona sismica, vicino al fiume e alle case. I cittadini temono un’altra Wuhan. Ma perché questi bio laboratori non vengono costruiti in luoghi isolati dove anche in caso di incidenti e fuoriuscite non ci sarebbero rischi per la popolazione?

L’appello al Parlamento Europeo

Appello urgente al Parlamento europeo, alla Commissione europea e all’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO): evitiamo il proliferare di pericolosi laboratori biologici. Il caso Pesaro

Considerata la Direttiva 2000/54/EC, la Direttiva 2008/68/EC, le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization (WHO) riguardo ai virus umani e aviari nonché le procedure di sicurezza nei laboratori biologici; considerate inoltre le raccomandazioni della comunità globale di biosicurezza, chiediamo a codesto Parlamento e a codesta Commissione di leggere e considerare attentamente il nostro appello, sia per quanto riguarda il caso segnalato che per il problema della diffusione incontrollata di laboratori con livello di biosicurezza 3.

A Pesaro, città italiana ad elevato rischio sismico che conta meno di centomila abitanti, è attivo dal 1946 l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati”, in località Villa Fastiggi. Come indica l’aggettivo “sperimentale”, nel laboratorio si fa sperimentazione sui virus, i batteri, i parassiti che infettano diverse specie animali e che, come sappiamo, molto spesso mutano e diventano pericolosi, talora letali per gli esseri umani. La cittadinanza che vive nelle vicinanze dell’Istituto ne ignora, per la gran parte, la pericolosità, perché non ne ha mai avuto notizia dettagliata.

Come sapete, i laboratori di livello di biosicurezza 3 comportano rischi importanti riguardo a possibili fughe di agenti patogeni, così come quelli di livello 4, che però sono soggetti a normative più restrittive, tanto che ne esistono solo una cinquantina nel mondo, escludendo quelli protetti dal segreto militare.

Il bio laboratorio di Pesaro

Ora si prospetta l’apertura di un secondo istituto profilattico sperimentale, sempre a Pesaro, nel quartiere Torraccia, dietro al palazzetto dello sport denominato “Vitifrigo Arena”, sito il via Y.A. Gagarin. Due laboratori biologici ad alto rischio in una cittadina. Ovviamente la cittadinanza che vive nel quartiere è inquieta e teme per la salute propria e dei propri cari. Questa situazione di tensione e di paura è la prima violazione messa in atto dalle istituzioni che hanno autorizzato l’apertura del laboratorio. Considerato che l’area è densamente popolata, il timore è che Pesaro stia per trasformarsi in un agglomerato di laboratori ai livelli più alti di biosicurezza, la Wuhan delle Marche, come qualcuno ha affermato (e riflettiamo sul fatto che a Wuhan vivono oltre sei milioni di persone!). I cittadini stanno presentando alle autorità un esposto, perché non vedono come possa essere utile l’ennesimo pericoloso laboratorio biologico creato nel mezzo di una città.

In realtà in Italia vi sono oltre 90 laboratori biologici di livello di biosicurezza 3: un inspiegabile primato mondiale. Questi laboratori sarebbero sufficienti in numero limitato, legati a importanti enti di ricerca e istituti universitari, con un monitoraggio frequente e tecnologicamente avanzato.

Quando si sparge notizia dell’apertura di uno di tali laboratori, le cittadinanze, giustamente, protestano e a volte scendono in piazza per manifestare le loro ansie e il loro dissenso. In genere i loro legittimi appelli vengono tacitati, censurati o bollati come richieste allarmistiche e irragionevoli; il celebre contro-slogan “Not In My Back Yard”, “non nel mio giardino” fu coniato proprio per ridimensionare e ridicolizzare questo genere di proteste.

EveryOne Group, organizzazione internazionale per i diritti umani di cui sono co-fondatore, è sempre stato vicino a cittadini e popoli che lottano contro impianti inquinanti, depositi pericolosi, strutture simili a vere e proprie bombe biologiche. Il Gruppo ha condotto con successo, insieme ad altri attivisti, azioni civili a difesa della salute minacciata da strutture pericolose, trovandosi di fronte ad atteggiamenti ostili e anche intimidatori. La salute e la serenità sono diritti umani: nessuna ideologia può mettere in discussione questa verità.

Il giro d’affari e il pericolo di fughe da laboratorio

Dietro la ricerca si muove un giro d’affari miliardario ed è difficile, per chi non è esperto, distinguere l’utilità di una struttura o la sua finalità legata al business. In ogni caso, vi sono installazioni indubbiamente pericolose per la salute fisica e psichica delle persone, che si diffondono senza controllo e che la situazione di confusione e crisi favorisce, insieme a speculazioni di ogni bordo. A queste dobbiamo avere la forza di dire no.

Molti esperti, come per esempio il celebre biologo molecolare Richard H. Ebright hanno rilevato come siano purtroppo possibili le fughe di virus dai laboratori, citando fra l’altro le fuoriuscite dalle installazioni del virus della SARS. I responsabili dei laboratori, in genere strutture pubbliche, però, affermano regolarmente che a loro non succederà… Così può accadere che un laboratorio di livello 3 o addirittura due laboratori di tale pericolosità possano essere aperti all’interno di una comunità cittadina composta da meno di centomila abitanti e per di più, come accennato qui sopra, in zona sismica.

Si cerca di dissimulare, facendo confusione fra sperimentazione di agenti patogeni (virus, batteri ecc.) e sperimentazione animale, ma la sostanza resta una: installazioni di questo genere rappresentano un pericolo e un fattore di ansia per la popolazione. È fondamentale che la società civile, di fronte al silenzio o alla confusione che sembra caratterizzare la politica su questi argomenti, sia vigile, attiva, pronta a scendere in piazza a difesa della salute e della serenità di tutti: valori che non possono essere mercanteggiati. Ed è fondamentale che l’Unione europea ponga fine a questo genere di speculazioni, che non nascono da un’esigenza di ricerca o di salute, per le quali sono indicati laboratori ben attrezzati, in zone sicure, collegati ai massimi istituti di ricerca italiani. Augurandoci di ricevere attenzione, nonché un intervento tempestivo secondo le funzioni di codeste istituzioni internazionali porgiamo i migliori saluti e auguri per le festività imminenti.

 

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