Giacomo Santoro e Elisabetta Bonati, erano due ragazzi giovani e forti, sportivi, in ottima forma e in piena salute, a cui purtroppo, l’iniezione ha fermato la vita, tanto che ad oggi Isabella ha bisogno della sedia a rotelle per spostarsi e Giacomo non riesce più a camminare senza stancarsi in brevissimo tempo.
Raccontiamo ancora una volta le storie di due giovani a cui la vaccinazione ha cambiato la vita, lo facciamo perché le reazioni avverse non sono fake news come Bassetti ha recentemente definito il documentario “Invisibili”, sono una triste realtà.
Non si parla di un fenomeno di piccole dimensioni, i danneggiati sono tanti, tantissimi, molti di più di quanto si possa immaginare. Certo ufficialmente per molti di loro l’iniezione non c’entra nulla, si sarebbero ammalati di nessuna correlazione, per loro però i medici faticano a trovare una diagnosi, anzi in molti casi non ci riescono proprio.
Già questo dovrebbe far riflettere, se il siero non c’entra, come è possibile che i medici non siano in grado di trovare la causa delle loro sofferenze? Di individuare la patologia e la cura?
Quando non si riesce a individuare una patologia e nemmeno a curarne i sintomi, normalmente si ha di fronte una nuova malattia, una patologia sconosciuta.
La storia di Isabella
Isabella è una bellissima ragazza, prima dell’iniezione era iper attiva, lavorava in Sud Africa come ricercatrice universitaria, faceva danza classica e sport. Era in salute e in piena forma ma già dopo la prima dose ha accusato dei disturbi, che però non ha collegato all’iniezione, dopo la seconda dose però il mondo le è precipitato addosso e oggi non ha dubbi: quelle due dosi le hanno cambiato la vita, lo hanno scritto anche i medici, è una danneggiata da vaccino ufficialmente riconosciuta.
Quindi le avranno dato un indenizzo? Certo che no, il motivo? Isabella si è vaccinata in Sud Africa e quindi, pur essendo sempre stata residente in Italia, lo stato non le riconosce nessun indennizzo, nonostante Isabella come racconta nel video sia affetta da numerose invalidanti patologie, che la costringono su una sedia a rotelle.
La storia di Giacomo
La storia di Giacomo non è molto diversa, un ragazzo alto e robusto dedito a diversi sport, anche estremi, oggi fa fatica a camminare e anche per lui nessuna diagnosi, nessuna cura e ovviamente nessuna correlazione.
Entrambi completamente abbandonati dallo stato, costretti a rivolgersi a specialisti in giro per l’Italia, che incassano i soldi della visita ma non sempre sono in grado di capire cosa affligge questi nostri ragazzi, due ragazzi che, prima che il siero gli cambiasse la vita, non si conoscevano. Due ragazzi uniti nello sport, nell’amicizia e soprattutto nella forza di andare avanti nonostante tutto. Questi due ragazzi sono un esempio per tutti.