Una puntata dedicata all’analisi dei risultati elettorali insieme alla saggista Ornella Marinai Forni e al Maresciallo A.M. Roberto Nuzzo.
Fratelli d’Italia ha vinto le elezioni, il centro destra riuscirà a governare? Crosetto mette le mani avanti e parla di manovra da scrivere con Draghi mentre la Meloni è cauta sui ministri per rispetto del Colle, insomma un governo che sembra avere le mani legate ancora prima di nascere.
Liz Truss, neo premier britannico si congratula con la Meloni ma specifica che i due paesi, Dal sostegno all’Ucraina alla lotta contro le sfide economiche globali, sono stretti alleati.
Non solo la recente adesione di Giorgia Meloni all’Aspen Institute e la sua giravolta da estimatrice di Putin a sostenitrice di Kiev, lasciano più di un dubbio.
Oltretutto il nuovo governo si troverà a gestire una situazione disastrosa, con famiglie, piccole e medie imprese ormai alla canna del gas, gas che nemmeno c’è così come altre fonti energetiche e ad ottobre si prospettano fortissimi aumenti; senza contare il recente sabotaggio ai gasdotti Nord Stream 1 e 2.
L’analisi prosegue confrontando i risultati del 2018 con quelli del 2022 per i maggiori partiti, per poi soffermarsi sul disastroso risultato dei “nuovi partiti”; Italexit, Italia Sovrana e Popolare, Vita, alternativa per l’Italia, partito animalista e Forza del Popolo.
Una sconfitta senza appello, proprio chi avrebbe dovuto votarli, ha preferito restare a casa o votare per altri partiti, ma nonostante l’evidenza i vari leder non sembrano volersi assumere le proprie pesantissime responsabilità e danno la colpa al poco tempo per la campagna elettorale, campagna che però portano avanti da due anni nelle piazze e sul web. Ma la colpa sarebbe anche di chi come il maresciallo Nuzzo o la dott.ssa Mariani hanno sostenuto l’astensione come forma di protesta, un’accusa che non sta in piedi, ma tant’è.
Bocciati da quelli che dovevano essere la loro base elettorale, che pure condividevano i punti dei loro programmi, una mancanza di fiducia figlia della ottusità politica dei leader, ma soprattutto causata dall’incapacità di unirsi, preferendo le logiche di partito al bene del paese.
Un capitolo da archiviare, anche se i vari leader fanno orecchie da mercante, annunciando che torneranno tutti uniti, evidentemente il disastro che hanno raccolto non li soddisfa.
Tutto questo ha fatto sì che il primo partito non sia Fratelli d’Italia, ma quello degli astenuti. Infatti se agli gli astenuti sommiamo le schede bianche, le nulle e il milione di voti circa andati ai “partiti anti sistema” abbiamo circa il triplo dei voti raccolti dal partito di Giorgia Meloni.
Resta da capire se si tratti di un gruppo almeno in parte omogeneo e se è possibile riunire questi elettori sotto un unico simbolo di unione senza capetti o prime donne e soprattutto senza analfabeti della politica.