Fare ghosting vuol dire chiudere una relazione di amore o amicizia sparendo dalla circolazione. Il termine è stato coniato nel 2015 quando si iniziò a parlare di “sparire come un fantasma” e da allora si diventa vittime o fantasmi. Il ghosting è un modo di chiudere una relazione (d’amore ma anche d’amicizia) senza chiuderla davvero, semplicemente smettendo di farsi sentire.
Il ghosting fa male psicologicamente
Il ghosting nasce dai social, app di incontri varie e messaggistica e oggi molte relazioni si aprono e si chiudono online, è per questo che sparire nel nulla è diventato più facile rispetto a una volta.
Secondo la psicoterapeuta Jennice Vilhauer il ghosting è un rifiuto sociale, che attiva nel cervello le zone stimolate dal dolore fisico. C’è chi sostiene che chi è vittima di ghosting ha raggiunto livelli di ansia maggiori rispetto a chi non l’ha sperimentato, chi viene lasciato in maniera normale ha meno ansia di chi viene ghostato.
Perchè fa male il ghosting
Il dolore associato al ghosting deriva dal lasciare le cose in sospeso e quindi non mettere un punto la situazione e voltare pagina. Meglio un “non mi piaci più”, che pensare che vada tutto bene e non avere più notizie. L’incertezza crea dubbi su cosa abbiamo fatto di male. «Quando qualcuno ti ignora significa che non meriti nemmeno di ricevere una risposta: è un duro colpo al nostro senso di valore sociale», spiega lo psicologo sociale Arie Kruglanski.
Chi sono i ghostatori
Secondo uno studio dell’Università di Padova si parla di triade oscura della personalità – psicopatia, machiavellismo e narcisismo.
È anche vero però, sottolinea il coordinatore dello studio Peter Jonason, che chi non presenta questi tratti difficilmente intrattiene relazioni brevi o occasionali, e ha dunque meno opportunità di praticare il ghosting .
Perchè si fa ghosting
Secondo un sondaggio il 16% di chi sparisce lo fa per non ferire la persona in questione, l’8% lo fa per timore che la persona rifiutata reagisca con violenza. In tutti i casi meglio chiudere che sparire.