I numeri sono imponenti ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i dipendenti pubblici in Italia non sono in sovrannumero, anzi. E, soprattutto, stanno diventando sempre più anziani. Occorrerebbe assurmene un po’ ma non ci sono abbastanza fondi e dunque, per ovviare ai problemi organizzativi che potrebbero nascere dalla carenza di organico, il Governo sta pensando di chiedere ai lavoratori con più esperienza di rinunciare ad andare in pensione e restare in servizio fino a 70 anni.
L’iniziativa, lanciata nei giorni scorsi, ha subito rilanciato il dibattito sull’efficienza della pubblica amministrazione. Nel 2022 il numero degli statali ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni: 3.266.180 unità, in virtù circa 27.000 assunzioni che erano state autorizzate dopo anni di stop al turn over. Ma sono comunque meno rispetto ad altri paesi europei: secondo un recente studio di ForumPa del 2021 in Italia opera nel settore pubblico il 13,4% dei lavoratori, contro i 5,6 milioni di dipendenti pubblici della Francia (il 19,6% del totale), i 5,2 milioni del Regno Unito (il 16%) o i 3,2 milioni della Spagna (pari al 15,9%) o i 4,8 milioni della Germania (ovvero il 10,8% della popolazione attiva tedesca).
Non solo, contrariamente allo stereotipo del posto fisso nel settore pubblico si è evidenziato un aumento dei contratti a tempo determinato: per ogni 100 contratti a tempo indeterminato, ci sono 15 contratti flessibili. Inoltre, emerge una difficoltà di reclutamento a causa della competizione con il settore privato e tra le stesse amministrazioni per attrarre talenti.
Un’altra problematica riguarda la scarsa presenza di giovani nel settore pubblico: l’età media dei dipendenti a tempo indeterminato nel 2021 era di 50,7 anni, in crescita rispetto ai 44,2 anni del 2001. Solo il 4,8% dei dipendenti ha meno di 30 anni, mentre il 29,3% dei dipendenti nei ministeri ha più di 60 anni. La differenza è particolarmente evidente nel comparto Istruzione, dove solo lo 0,3% degli impiegati ha meno di 30 anni, contro il 22,8% di coloro che superano i 60 anni.
Nonostante la ripresa dei concorsi pubblici, si è riscontrata una diminuzione del numero di candidati e un aumento delle rinunce. Tra il 2021 e giugno 2022, si sono presentati solo 40 candidati per ogni posto a bando, contro i 200 degli anni precedenti, e circa due vincitori su dieci hanno rinunciato al posto. In molti casi, i candidati hanno partecipato a più concorsi, e una parte di loro era già dipendente pubblico.
In questa puntata di Extra, il programma di approfondimento in onda tutti i giorni su Radio Roma News Tv, Claudio Micalizio incontra Marco Carlomagno, segretario generale di FLP.