Medici e infermieri, invece di lavorare tranquillamente nei reparti, si trovano quotidianamente a operare in un clima di tensione, come se fossero in una “trincea”. Non solo sono costretti a svolgere turni molto pesanti a causa della carenza di personale, ma ora devono affrontare anche il rischio di essere aggrediti dai pazienti o dai loro familiari.
Il fenomeno è tornato alla ribalta recentemente ma è molto più diffuso di quanto si possa immaginare, se è vero che ogni anno negli ospedali italiani vengono denunciati in media almeno 1600 episodi di aggressione, un dato sicuramente sottostimato. Roma e Lazio non fanno eccezione: nel 2023, sono state registrate circa 800 aggressioni solo nel Lazio. Di queste, oltre 200 si sono verificate nei pronto soccorso e 175 nei reparti. Inoltre, episodi di violenza sono avvenuti anche nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e negli ambulatori. Questa situazione riflette un aumento del 38% delle aggressioni contro i professionisti sanitari in Italia negli ultimi cinque anni. E le aggressioni, ovviamente, possono essere fisiche, verbali e psicologiche, e spesso coinvolgono medici e infermieri, con una particolare incidenza sulle donne.
L’ultima emergenza riguarda la Puglia, dove ci sono stati tre episodi di violenza in appena 24 ore. Dopo due episodi avvenuti al Policlinico Riuniti di Foggia, due medici hanno deciso di dimettersi, spingendo il direttore generale, Giuseppe Pasqualone, a lanciare l’allarme: se questa situazione non cambia, il pronto soccorso rischia di chiudere per mancanza di personale.
Un nuovo episodio di violenza si è verificato a Casarano, in provincia di Lecce, dove un paziente ha aggredito un medico del reparto di Urologia. La situazione negli ospedali pugliesi, secondo la Cisl Medici Lecce, è ormai un’emergenza pubblica che richiede un’azione immediata da parte delle istituzioni. Anche il direttore generale dell’Asl di Lecce, Stefano Rossi, ha espresso preoccupazione, collegando questi episodi a un malessere generale e alla mancanza di risorse per il sistema sanitario pubblico, spesso legato anche all’evasione fiscale.
Nel frattempo, in altre città italiane, come Torino, si sono registrati altri casi di aggressioni a medici, aumentando la preoccupazione per la sicurezza del personale sanitario. Il direttore del Policlinico Riuniti di Foggia ha proposto l’introduzione di un “manager della sicurezza” per gestire le emergenze e regolare l’afflusso di pazienti. Una manifestazione del personale sanitario è stata programmata a Foggia, mentre Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, ha sollecitato il governo a prendere provvedimenti urgenti, come l’introduzione dell’arresto in flagranza differita.
Per fronteggiare questa situazione, il governo ha già preso alcune misure, come l’aumento del numero di posti di polizia negli ospedali e il potenziamento della sicurezza in alcune strutture particolarmente a rischio. Ma è evidente che solo qualche provvedimento tampone non basta. In questa puntata di Extra, il programma di approfondimento quotidiano con Claudio Micalizio in onda su Radio Roma News Tv, diamo voce alle preoccupazioni e alla rabbia di medici e infermieri che spesso devono lavorare in condizioni precarie e mettendo a rischio anche la propria incolumità: per il sindacato Nursing Up è necessario intervenire con urgenza schierando davanti agli ospedali anche l’esercito, come spiega Daniele Venditti, Segretario provinciale per Roma di NURSING-UP Lazio.