A Roma è l’estate degli incendi, mai così tanti
Ospite in collegamento: Raniero Maggini, Presidente WWF Roma
È un’estate di fuoco quella che sta vivendo la Capitale, alle prese con incendi che devastano il suolo praticamente ogni settimana. La giornata di ieri, 21 agosto, è stata una delle più impegnative per i Vigili del Fuoco: un vasto incendio di sterpaglie nell’area verde tra Torre Spaccata e Cinecittà e uno nella notte in via Giustiniana.
Danni non solo per la salute umana (pensiamo all’aria irrespirabile per giorni), ma anche per il nostro ecosistema: un terreno interessato dal fuoco impiega anche decenni per riprendersi. “Tracce che saranno visibili purtroppo per tanto tempo – sottolinea il WWF Roma e Lazio -. Ma al contrario, non si scorgono all’orizzonte tracce evidenti di piani preventivi efficaci per il controllo del territorio che riescano a garantire la diminuzione di tali eventi”.
In sostanza: si fa abbastanza per proteggere il nostro ambiente? “Tutto è affidato agli interventi di spegnimento da terra e dall’alto di donne e uomini eccezionali che intervengono decine di volte ogni giorno per ingaggiare la battaglia con le fiamme, -ha sottolineato Raniero Maggini – ma chiaramente non si può fare affidamento solo su di loro. Se non ci saranno investimenti e progetti di prevenzione credibili in tal senso da subito, la situazione potrebbe diventare insostenibile nei prossimi anni”.
Bisogna considerare infatti più aspetti: innanzitutto la carenza sempre più evidente di acqua non solo nel Lazio, ma in gran parte d’Italia (che non aiuta certamente nella prevenzione dei roghi) e poi il mancato controllo di aree a rischio. Pensiamo alla riserva naturale di Monte Mario, dove è scoppiato il devastante incendio di qualche settimana fa: con tutta probabilità le fiamme sono partite da alcune baraccopoli, presenti nell’area da diverso tempo e su cui nessuno aveva fatto i dovuti controlli.
“È chiaro che non si possono sgomberare queste strutture senza pensare a dove mandare poi chi ci abita – ha continuato Maggini – ma bisogna piuttosto realizzare un piano preventivo che metta tutti al sicuro, sia umani che vegetazione e fauna. Siamo disposti come associazione anche ad un confronto e ad una strategia comune che possa risolvere l’emergenza quanto prima”.