I tifosi della Roma sono entusiasti ed è comprensibile: dopo mesi di assoluto silenzio, i Friedkin hanno presentato il rendering del nuovo, imponente stadio del quartiere Pietralata che dovrebbe diventare la nuova casa della società calcistica giallorossa. C’è anche una data, annunciata pochi giorni fa dopo un incontro con il sindaco Roberto Gualtieri avvenuto lo scorso 24 luglio: secondo quanto dichiarato da Ryan, figlio del proprietario del club Dan Friedkin, i lavori per la realizzazione del nuovo impianto saranno ultimati nel 2027, giusto in tempo per celebrare il primo secolo di vita della “magica”

Progetto e scadenza sono decisamente ambiziosi e, forse, è per questo che, dopo lunga stasi, ora l’operazione sta prendendo velocità trascinando al pettine tutti i nodi che da tempo attendevano di essere sciolti. Ma sono in molti a chiedersi se tanta urgenza abbia effettivamente senso. Il casus belli riguarda in particolare quelle famiglie che da decenni abitano nella zona che sarà interessata dal cantiere: la macchina comunale ha deciso di partire da loro e lo scorso 7 agosto venti agenti della polizia locale di Roma Capitale, appartenenti al gruppo IV Tiburtino e all’unità di sicurezza pubblica ed emergenziale (Spe), hanno notificato le prime due ordinanze di sgombero a via degli Aromi 7, nel quartiere Pietralata, ai residenti che occupano i terreni su cui si prevede la costruzione dello stadio di proprietà dell’AS Roma.

Sul posto, gli agenti hanno incontrato quattro persone, tre uomini e una donna, tutti intorno ai sessant’anni. Fabiana Ciciriello, una delle proprietarie dei terreni che ha presentato ricorso al TAR, ha dichiarato a LaPresse: “Non sappiamo cosa accadrà ora. Non siamo stati avvisati e non sappiamo dove andare. Ci è stato solo detto che dobbiamo lasciare i terreni e che possiamo fare ricorso una volta usciti”. Erano presenti anche i tecnici comunali, i servizi sociali del IV municipio e la Sala operativa sociale di Roma Capitale. Solo due giorni prima, il 5 agosto, il Consiglio di Stato aveva respinto il ricorso dei proprietari contro lo sgombero deciso da Roma Capitale, segnando un ulteriore passo avanti per i promotori del nuovo stadio.

Ma è proprio necessario partire da lì per avviare l’opera? Sebbene il progetto sia considerato di rilevanza pubblica e possa rappresentare un’opportunità per la città, resta da chiarire il motivo di questa azione rapida: le autorità affermano che l’intervento non può essere rimandato ma i cittadini e alcuni esponenti politici criticano questa urgenza, mettendo in dubbio la reale necessità di un’azione così tempestiva. Anche perché, sul piano del diritto, il prossimo 3 settembre il Consiglio di Stato esaminerà la richiesta di sospensione dell’ordinanza di sgombero e dunque, almeno in teoria, potrebbe dare ragione ai residenti: l’udienza sarà cruciale per il futuro del progetto e per il benessere della comunità locale ed anche per questo nel quartiere la tensione cresce.

I consiglieri capitolini dell’Alleanza Verdi-Sinistra, come Nando Bonessio e Alessandro Luparelli, hanno ribadito la loro posizione: pur riconoscendo l’importanza del progetto, chiedono che i diritti e i beni dei cittadini siano rispettati. Secondo loro, l’intervento deve avvenire nel rispetto delle normative senza bypassare i diritti legittimi. E un punto critico riguarda proprio l’interpretazione dell’urgenza dello sgombero: secondo i consiglieri, non c’è una necessità immediata che giustifichi l’azione e il riconoscimento di pubblica utilità non deve mai, comunque, ledere i diritti civili. È fondamentale seguire le leggi vigenti per evitare ingiusti favoritismi verso privati, aziende o enti pubblici.

In compenso, come era prevedibile, l’annuncio dello sgombero ha generato incertezza tra i residenti di Pietralata, che temono non solo di perdere le loro case ma anche per la mancanza di un piano di ricollocamento chiaro da parte delle autorità. Proprio la mancanza di chiarezza ha alimentato il malcontento tra la popolazione: mentre alcuni vedono il nuovo stadio come un’opportunità per riqualificare la zona e attrarre investimenti, molti nutrono perplessità e preoccupazioni sugli effetti negativi, come la gentrificazione e lo spostamento forzato dei residenti storici.

Insomma: sono in molti a pensare che l’idea di completare lo stadio in tempo per il centenario dell’AS Roma non debba andare a scapito dei diritti e della coesione sociale di un territorio che ha già affrontato molte sfide. Pietralata, quartiere di Roma fondato nel 1919, ha visto molte trasformazioni nel corso degli anni ma mantiene una forte comunità radicata. Lo sgombero ha colpito famiglie che vivono lì da generazioni, sollevando preoccupazioni sulla legittimità e l’equità dell’azione: uno spunto a riflettere sulla sostenibilità di interventi così invasivi in aree ricche di storia e significato, evidenziando la complessità del dibattito pubblico quando si tratta di realizzare opere di interesse collettivo in contesti urbani delicati.

Agli ultimi sviluppi relativi al nuovo stadio dell’Ac Roma è dedicata questa puntata di Extra, andata in onda come ogni giorno su Radio Roma News Tv. Ospite di Claudio Micalizio, proprio Ferdinando Bonessio, presidente della Commissione Sport di Roma Capitale ma molto critico nel commentare l’improvvisa accelerazione del progetto.