Passano i mesi ma nonostante la sentenza della Corte di Cassazione, che lo scorso aprile aveva definito illegittime le multe per eccesso di velocità rilevate con autovelox non omologati, gli automobilisti italiani restano alla mercé di norme e interpretazioni contraddittorie. Perché, di fatto, nessun apparecchio installato in Italia è mai stato omologato e questo per il semplice fatto che non è mai stata predisposta la regolare procedura di validazione.
Basterebbe decidere una prassi, codificarla e tradurla nero su bianco presso il ministero dell’economia per sanare una situazione di diffusa illegalità che rischia di avallare una marea di ricorsi, e invece la politica latita. Da anni alcune associazioni dei consumatori evidenziavano l’anomalia ma, a quanto pare, neppure l’intervento autorevole della Suprema Corte riesce a scalfire l’indolenza della politica. Risultato: almeno sulla carta ogni multa elevata con un autovelox può essere contestata e annullata. E le statistiche dicino che ogni giorno sono decine di migliaia le contravvenzioni che vengono comminate per infrazioni dei limiti di velocità in tutta Italia.
In questa giungla di irregolarità, però, la certezza del diritto non è garantita. Se la sentenza di aprile ha sancito un principio che ovviamente ha valore giurisprudenziale, non è automatico il riconoscimento da parte di giudici di pace e tribunali: l’automobilista multato da un autovelox non a norma, quindi, può anche vedere respingere il proprio ricorso oppure, come sempre più spesso accade, finisce vittima di una serie di rinvii che di udienza in udienza prolungano l’attesa.
Nel frattempo anche la magistratura si muove. L’ultimo caso, pochi giorni fa, ha avuto vasta eco mediatica: come già accaduto un anno fa, la Polizia Stradale di Cosenza ha di nuovo sequestrato alcuni autovelox ritenuti illegali che erano operativi sulle strade provinciali e non solo. Questa azione è stata ordinata dal giudice per le indagini preliminari nell’ambito di un’indagine avviata dalla Procura di Cosenza, dopo aver verificato l’irregolarità del sistema di rilevamento della velocità denominato T-EXSPEED v 2.0.
Questi dispositivi, utilizzati per controllare la velocità media e puntuale, erano installati lungo la statale 107, la provinciale 234 nella provincia di Cosenza, e la statale 106, oltre che in altre zone d’Italia. Il rappresentante legale della società che aveva fornito questi dispositivi è stato denunciato per frode nella pubblica fornitura: gli accertamenti della Polstrada hanno rivelato non solo la mancanza di omologazione, ma anche l’assenza del prototipo necessario per garantire la legittimità delle multe emesse. Questi dispositivi, di proprietà di società private, venivano noleggiati agli enti locali, con il rischio di danno economico per l’amministrazione pubblica nel caso di ricorsi vincenti da parte degli automobilisti multati. Il sequestro riguarda apparecchiature presenti in diverse località, tra cui Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, e San Martino in Pensilis.
In questa puntata di Extra, il programma di approfondimento in onda tutti i giorni su Radio Roma News Tv, ospite di Claudio Micalizio interviene Mario Gatto, presidente di Globoconsumatori.