Uccisa e gettata in un carrello. Eppure ha regalato i migliori sorrisi. Muore massacrata da sei coltellate. Eppure era sempre pronta ad aiutare gli altri. Solo diciassette anni, ma, da tempo aveva abbandonato il suo essere bambina. Un’altra vita spezzata. Michelle è l’ennesima vittima di femminicidio. Perchè? Qual è oggi il rischio di nascere donna? L’analisi condotta dall’Avvocato Eleonora Zito, specializzata in criminologia e psicologia forense, per comprendere la fenomenologia della violenza domestica, di genere e le numerose fattispecie vittimologiche.
Le diverse forme della violenza di genere
“Ci sono diverse forme di Violenza di genere, tra cui quella psicologica, quella fisica, la violenza economica e il fenomeno dello Stalking, che incarnano – precisa l’Avv. Zito – i segnali precursori di un comportamento pericoloso. Questi rientrano i quei reati definiti ‘Spia’, che avvertono il comportamento deviante dell’aggressore e che molto spesso possono sfociare in un reato ancora più grave: il Femminicidio”.
Come riportato nel portale online “Ministero dell’Interno”, il Servizio analisi criminale, operante all’interno del Dipartimento della Pubblica Sicurezza-direzione centrale, ha monitorato l’andamento del fenomeno criminologico per poter offrire strumenti di informazione e conoscenza finalizzati alla prevenzione e al contrasto. Tramite il report “Analisi Criminologica della Violenza di Genere – Luglio 2024”, si rende noto, ad esempio, l’aumento del 5% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e l’11% delle violenze sessuali.
I tratti psicologici dell’aggressore
Secondo quanto sostenuto dall’Avvocato, l’Offender, ossia l’aggressore, “manifesta delle caratteristiche psicologiche ben definite”. Tra queste, l’imponente controllo sulla vittima, “oggetto di desiderio”, è spesso caratterizzato da disturbi di personalità (antisociale, narcisista, borderline, dipendente da alcool), potrebbe essere soggetto a gelosia patologica ed infine, non meno importante, potrebbe esser stato vittima egli stesso di violenza.
I tratti psicologici della vittima
Quali sono, invece, gli aspetti psicologici che caratterizzano la vittima? “La vittima, è spesso una persona che anch’essa potrebbe aver subito maltrattamenti durante l’infanzia, o potrebbe avere un disturbo di personalità dipendente e/o, a sua volta, potrebbe soffrire di dipendenza da alcool/sostanze stupefacenti. È bene inoltre specificare che la vittima, a seguito di una aggressione, manifesta: danni fisici (fibromialgia, disturbi cognitivi, lesioni) e/o danni psicologici (disturbo post traumatico da stress, ansia e attacchi di panico, depressione)”.
Contrastare il fenomeno criminologico: prevenzione, educazione e informazione
La Giustizia molto spesso, fa il suo corso in tempi brevi, come per il caso di Michelle Causo, la giovane uccisa e abbandonata in un carrello della spesa da un suo coetaneo. Il Tribunale per i Minori di Roma infatti ha condannato a venti anni di reclusione l’omicida diciassettenne, ma quali sono, al contrario, le possibili armi per eliminare a monte tale fenomeno criminologico?
“Indubbiamente – continua l’Avvocato Zito – aumentare il livello di consapevolezza nella pubblica opinione sulle radici strutturali, sulle cause e conseguenze della violenza; è necessario inoltre, puntare a rafforzare il sistema scolastico, il personale e gli insegnanti sull’educazione e la prevenzione; sensibilizzare il settore privato così come quello dei mass media sui temi del sessismo e stereotipi di genere e formare operatori e operatrici del settore pubblico e privato sociale per quanto riguarda anche la gestione dei casi di violenza contro le donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo”.
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