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Stupri, violenze e saccheggi nella Campagna d’Italia: perché dimentichiamo le “marocchinate” del 1944? – Extra – lunedì 8 luglio 2024

Può la storia “dimenticare” un avvenimento o un’intera serie di episodi? E’ già capitato e ancora capiterà, e i motivi possono essere molteplici e non necessariamente “scabrosi”: la più scontata delle spiegazioni è che, in fondo, la storia viene scritta dai vincitori che quindi possono decidere che cosa evidenziare e cosa, magari, far passare in secondo piano.

Tra le pagine più drammatiche – ma al contempo dimenticate – della seconda guerra mondiale ci sono una serie di episodi che riguardano da vicino anche il territorio laziale e che non hanno ancora trovato sinora adeguata memoria storica: le cosiddette “marocchinate”, termine probabilmente poco ortodosso rispetto agli attuali canoni del politicamente corretto, sono le violenze inflitte alla popolazione civile (prevalentemente donne e bambini ma anche uomini) dai goumiers, ovvero i soldati marocchini (o comune nordafricani), abilissimi e spietati, incorporati nell’esercito francese dal 1908 al 1956 ai quali di fatto venne concesso il diritto di preda e di saccheggio, in cambio dei loro servizi.

Siamo nel pieno della gloriosa Campagna d’Italia, una pagina importantissima in quel cammino di ribellione e riscossa che portò alla progressiva liberazione del paese dall’egemonia nazi-fascista.

Il 14 maggio 1944, le unità del Corpo di Spedizione Francese, composte in gran parte da truppe nordafricane, aggirarono le linee tedesche nei monti Aurunci, permettendo al XIII Corpo britannico di avanzare. Una svolta che però innescò saccheggi e violenze contro la popolazione civile, in un impeto di barbarie che rappresentò il lato oscuro – e meno nobile – dell’avanzata delle truppe di liberazione.

Dolore, morte, ruberie e incendi: diverse città laziali furono investite dalla furia dei goumier, a cominciare dalle località della provincia di Frosinone e di Latina. Oltre a scorrerie, incendi e vandalismi cronache e testimonianze dirette di quelle settimane drammatiche descrivono l’orrore ipotizzando decine di migliaia di casi di stupro, episodi di violenza e maltrattamenti. Un carico di dolore e rabbia, le cui conseguenze spesso si manifesteranno anche nei mesi successivi: molte persone furono infettate da malattie sessualmente trasmissibili e solo l’uso della penicillina evitò un’epidemia più vasta mentre numerose donne rimasero incinte, alcune abortirono o si suicidarono, e contestualmente crebbe il numero degli infanticidi.

Il tutto avvenne nel totale disinteresse dei vertici militari francesi che ignorarono deliberatamente queste atrocità e anche quando vennero presi provvedimenti, la giustizia militare francese si mosse lentamente e in modo inefficace: i crimini furono minimizzati dalle istituzioni locali, che arrivarono a sostenere che le donne italiane avessero provocato i soldati. Papa Pio XII sollecitò l’intervento del generale Charles de Gaulle, e alcuni soldati colpevoli furono giustiziati o condannati. Tuttavia, le violenze continuarono anche in altre regioni e paesi, come in Germania nella Foresta Nera e a Freudenstadt.

Resta un dato di fatto: questa pagina vergognosa della seconda guerra mondiale ancora non è ricordata e il silenzio è ancora più assordante in questo ottantesimo anniversario dall’inizio delle “marocchinate”, subito dopo lo sbarco delle truppe alleate. A questa vicenda è dedicata la puntata odierna di Extra, il programma di approfondimento giornalistico di Radio Roma News Tv con Claudio Micalizio: in collegamento con il giornalista e scrittore Silvano Olmi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, ripercorreremo quegli episodi così drammatici e proveremo a capire chi abbia convenienza a rimuovere questa tragedia.

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