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Bollette ai massimi perché paghiamo così tanto?

Bollette ai massimi “A Viso Scoperto” puntata del 28/05/2024. Visita il nuovo sito Radio Roma TV.

Scendono i prezzi dell’elettricità i valori all’ingrosso sono addirittura vicini allo 0, evviva penserete finalmente scenderanno le bollette! Mi dispiace deludervi ma le bollette restano carissime, ai massimi livelli, come è possibile direte voi? È possibile perché in bolletta paghiamo ciò che non consumiamo, ovvero gli aiuti per sostenere l’energia verde.

Perché mai l’energia verde avrebbe bisogno di aiuti? Perché il solare funziona solo se c’è il sole e l’eolico solo se c’è vento e in ogni caso la resa è letteralmente ridicola rispetto ai combustibili fossili o al nucleare.

Scendono i prezzi dell’elettricità, ma aumentano le bollette

Scrive Franco Battaglia su “La Verità” del 10 Maggio: ‹‹È da quasi vent’anni che i vari governi han stornato denaro pubblico verso la sovvenzione del fotovoltaico.

Perché? La risposta in breve è: a) costa un occhio della testa e b) non funziona 16 ore al giorno, cioè nelle ore di massima domanda elettrica. Per la parte a) il calcolo è

presto fatto: per produrre 1 gigawatt elettrico con il fotovoltaico bisogna installare 8 gigawatt di pannelli, che lo Stato paga 20 miliardi. Con questa cifra si installa una centrale nucleare che produce 3 gigawatt.

Apparentemente l’impianto fotovoltaico costerebbe il triplo, ma l’impianto nucleare vive sessant’anni, quello fotovoltaico venti. Allora l’impianto fotovoltaico costa 9 volte quello nucleare? No, perché c’è anche la parte b): per avere elettricità anche quando l’impianto è inattivo bisogna avere o un altro impianto (per esempio, nucleare) o sistemi di accumulo.

Questi ultimi, però, sono improponibili per i costi inaccessibili. Per dire: durante le 16 ore giornaliere quando il fotovoltaico è morto, il nostro Paese ha bisogno di almeno 500 gigawattora elettrici, per avere i quali bisogna spendere 500 miliardi in impianti di accumulo. Ma questi impianti devono essere previsti per più giorni, per tener conto del fatto che, a volte, il fotovoltaico non funziona neanche di giorno. Per impianti di accumulo che garantiscano elettricità per appena 3 giorni consecutivi bisognerebbe quindi impegnare 2.000 miliardi: il nostro Pil! Il che spiega perché non ci sono impianti di accumulo in Italia a sostegno del fotovoltaico. In conclusione: nessun padre di famiglia installerebbe, a proprie spese, impianti fotovoltaici.

Per motivare la necessità di installare questi impianti si sono inventati l’emergenza climatica, che ha indotto, nel 2005, la sottoscrizione del Protocollo di Kyoto, in nome del quale s’è dato avvio alla sovvenzione del fotovoltaico. La morsa s’è dovuta allentare perché s’è dovuto prendere atto che il Protocollo stava fallendo gli obiettivi. Poi c’è stato, pochi anni dopo, il pacchetto 20-20-20 per il clima della Ue, in nome del quale altro denaro pubblico è stato riversato nelle tasche dei venditori di fotovoltaico.

Nel frattempo (2007), il ministro Alfonso Pecoraro Scanio presidente dei Verdi, predisponeva il Conto-energia, che il chilowattora prodotto da fotovoltaico lo pagava per 5 volte il prezzo del chilowattora alla borsa elettrica, garantendo la cosa per moltissimi anni. Risultato: le nostre bollette elettriche son schizzate, triplicando in pochi anni››.

Bollette sempre più care
Bollette sempre più care

Gli incentivi, in vigore per i nuovi impianti eolici e fotovoltaici, prevedono che per ogni kilowattora il produttore incassi una tariffa tra i 60 e gli 80 euro/Mwh

Questo incentivo viene ripagato dai consumatori di energia elettrica, cioè da famiglie e imprese. Si tratta dell’onere di sistema chiamato Asos, che viene riversato su tutte le bollette, aggiornato periodicamente dall’Autorità di settore, l’Arera. Per questo primo trimestre dell’anno esso vale 25,3 euro/Mwh.

Se non ci fossero incentivi, gli impianti non offrirebbero certo la propria energia in borsa a prezzo zero, sicuri che comunque incasseranno tutto l’incentivo. Così noi continuiamo a pagare nelle bollette quello che non consumiamo.

“A Viso scoperto” va in onda tutte le sere, dal lunedì al venerdì, alle 23.00, in replica il giorno successivo alle ore 11.00 escluso il sabato mattina. Contatti: avisoscoperto@radioroma.it

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