Sulla tariffa minima a 9 euro si scatenano i consumatori, che valutano le possibilità di inoltrare ricorsi all’Antitrust e, intanto, protestano contro la selva di aumenti inseriti nel nuovo piano tariffario che il Campidoglio studia in prospettiva di luglio, quando uscirà il bando sulle mille nuove licenze taxi. Parere negativo arriva da Primo Mastrantoni, presidente del comitato tecnico-scientifico di Aduc (Associazione utenti e consumatori) prima di raccontare la sua esperienza personale coi taxi della Capitale (un’ora e mezzo in treno da Firenze e 59 minuti di attesa del taxi a Termini) e andare più in profondità sia sulle tariffe sia sulla logica che ha portato agli aumenti: “L’introduzione della tariffa minima serve solo a compensare in modo furbo l’incremento del numero di taxi e la conseguente diminuzione degli introiti che si verificherebbero – commenta Mastrantoni -. Chiaro che ciò corrisponda alla trattativa tra il Campidoglio e la corporazione dei tassisti. Non si può trattare su una pubblica concessione, è una logica sciocca. Anche perché così il servizio pubblico taxi diventa accessibile solo per turisti e aziendali, e si va a innescare un mercato parallelo a danno dei tassisti stessi: è un incentivo al servizio privato visto che, con gli aumenti, i cittadini cercano alternative al taxi” conclude Mastrantoni.