“Il giorno prima della scomparsa vidi davanti ad un bar una ragazza con un ragazzo. Credo fosse Serena. Sembrava che stessero litigando, lui la teneva per un braccio aveva i capelli mechato sul biondo a spazzola”. E’ quanto afferma Carmine Belli, il carrozziere di Arce, che fu processato e poi assolto per l’omicidio di Serena Mollicone, sentito come testimone nel processo d’appello per i fatti del 2001, in corso a Roma, che vede imputati tra, tra gli altri, l’intera famiglia Mottola. “Dell’avvistamento – ha aggiunto- riferii il giorno successivo, quando la notizia della scomparsa era nota, al maresciallo Mottola quando mi recai in caserma ad Arce. Dei due che vidi litigare non avevo focalizzato l’altezza, ma mi erano sembrati più o meno della stessa statura. Tornai anche sul posto per vedere se per caso ci fosse un dislivello sulla strada, perché in giro si diceva che lui fosse più alto”. Il carrozziere assolto nei tre gradi di giudizio per l’omicidio di Serena Mollicone è un teste chiave nel processo d’appello che vede imputati per il delitto della studentessa l’ex comandate dei carabinieri della stazione di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco e gli altri due carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.