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Roma Party – Puntata di Domenica 12 Maggio 2024

Questa domenica, ma come sempre, la Regina Madre Henry Pass inonda i teleradioascoltatori di allegrezza e tante news! Inizia subito omaggiando le “mamme”Preziose -dice-. Solo pronunciare la parola ‘Mamma’ è una gioia per l’anima” e racconta come è nata questa festività sin dagli albori, dall’antica Grecia e dai Romani antichi. Di seguito alcune altre news trattate con la regia di Chiara Proietti.

Eurovision Song Contest: vince il performer svizzero

Il cantante ha portato sul palco della Malmo Arena anche una bandiera con i colori giallo, bianco, viola e nero, ovvero la bandiera non binaria, che rappresenta le persone di genere non binario, in cui l’artista si riconosce. Nemo, dopo Lys Assia e Celine Dion, riporta così il microfono di cristallo nello stato federale. Sul podio la Croazia con Baby Lasagna e l’Ucraina con il duo Alyona Alyona e Jerry Heil. Angelina Mango, quarta per le giurie con 164 punti e con 104 da parte del televoto, si è piazzata settima nella classifica generale con La noia, il brano con il quale aveva vinto il festival di Sanremo a febbraio. Venticinque i Paesi che si sono sfidati nella gara, dopo che nel pomeriggio era stata decisa l’esclusione dell’artista olandese Joost Klein, per una denuncia presentata da una donna del team di produzione. Un’edizione che, forse come non mai, ha avuto anche risvolti politici, per la difficile situazione internazionale. Il conflitto in Medio Oriente ha impattato sia dentro che fuori la Malmo Arena, dove si è tenuto l’Eurovision Song Contest, che quest’anno aveva scelto il claim “United by music”, uniti dalla musica. Nei giorni scorsi per le strade della città ci sono state diverse manifestazioni, ma i riflessi di ciò che sta succedendo in Israele e a Gaza si sono fatti sentire anche ieri sera durante la finale. Eden Golan, l’artista che rappresenta Israele, è stata pesantemente fischiata dal pubblico in sala, come già successo nella semifinale, così come la giuria al momento delle votazioni, mentre all’esterno dell’arena manifestanti filo-palestinesi, tra questi anche Greta Thunberg con la kefiah al collo, hanno tentato di avvicinarsi con un corteo non autorizzato. Sono stati fermati e allontanati dalla polizia, che ha poi creato un cordone di sicurezza a 200 metri dagli ingressi dell’edificio per impedire nuovamente l’avvicinarsi dei manifestanti e per garantire il deflusso a fine serata. Alla fine Golan si è classificata quinta, spinta dal televoto (ben 323 i punti raccolti). Sul palco non sono mancati gli artisti che hanno invocato la pace, come Iolanda, in gara per il Portogallo, convinta che “la pace prevarrà” o come il concorrente francese Slimane che ha gridato “uniti dalla musica, dall’amore e dalla pace”. In segno di protesta, si sono ritirati dal ruolo di portavoce delle rispettive giurie anche Alessandra Mele per la Norvegia, motivando la sua decisione con un netto “C’è un genocidio in corso”, e Kaarija per la Finlandia. Ma un altro conflitto è stato ricordato durante la serata: quello tra Ucraina e Russia. È stato il duo formato dalla rapper Alyona Alyona e da Jerry Heil, in rappresentanza di Kiev, a chiedere “Unità per il mondo. Pace e libertà per l’Ucraina”. Tra le contestazioni, anche quella contro Martin Osterdahl, supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest, nel momento dell’annuncio dei voti delle giurie con il consueto “Good to go”. Un Eurovision che, dal punto di vista dello show, ha comunque riservato il solito carico di trash tra improbabili mise, eccessi scenici e canzoni non sempre indimenticabili. Angelina Mango, nonostante il tifo eccellente, da Damiano David dei Maneskin a Marco Mengoni, ad Adriano Celentano e Laura Pausini ed a Lorella Cuccarini (sua insegnante di canto ad Amici), non ha vinto ma ha ben figurato e la sua esibizione non è passata inosservata ed è stata ben accolta da giurie tecniche e pubblico a casa.

L’iniziale del cognome può influenzare i voti a scuola

Avere un cognome che inizia con una delle prime lettere dell’alfabeto aiuta a ricevere voti leggermente superiori a quel che si merita, e viceversa, le ultime lettere dell’alfabeto garantiscono una votazione peggiore del dovuto.

Una ricerca pubblicata nelle scorse settimane sulla rivista Management Science rivela infatti che chi ha un cognome che inizia con le prime lettere dell’alfabeto tende sistematicamente a prendere voti leggermente più elevati, e viceversa, un cognome che inizia con le ultime lettere dell’alfabeto riduce leggermente i voti che si ricevono. Lo studio, realizzato dai un team di ricercatori dell’Università del Michigan, è stato svolto utilizzando i dati di una piattaforma di e-learning utilizzata per le valutazioni degli esami a livello universitario. Ha analizzato i risultati di oltre 30 milioni di studenti, verificando l’associazione tra voti ricevuti, iniziale del cognome degli esaminandi, e ordine in cui venivano corretti i compiti. I risultati dell’analisi hanno rivelato che con l’opzione di default attivata, gli studenti il cui cognome inizia con una delle prime cinque lettere dell’alfabeto hanno in media un punteggio superiore di 0,8 punti (su 100) rispetto a quando le valutazioni vengono effettuate in ordine casuale. Quelli con un cognome che inizia con le ultime tre, 0,9 punti in meno. Verificando la situazione nel gruppo ristretto di revisori che preferiscono valutare i computi partendo dal fondo dell’alfabeto, i risultati sono stati gli stessi, ma al contrario: voti più alti per le ultime lettere, e più bassi per le prime. Il fenomeno è risultato indipendente dalla materia d’esame, anche se più marcato nel caso delle discipline umanistiche, e meno per quelle più scientifiche. La causa più probabile – scrivono gli autori dello studio – per via della natura meno rigorosa delle prime, che lascia più spazio all’interpretazione da parte di chi deve dare un voto. Secondo gli autori della ricerca, la causa del fenomeno è da ricercarsi nella stanchezza che coglie chiunque si trovi a valutare i compiti di molti studenti in rapida successione.

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