Uno dei boss della piazza di spaccio del Quarticciolo lo aveva ferito gravemente a coltellate perché aveva preso le difese di un amico e connazionale in debito con i vertici dell’organizzazione e che per questo si era tenuto 700 euro frutto della vendita di stupefacente. I carabinieri della compagnia Casilina sono risaliti al movente del tentato omicidio della notte del 25 aprile scorso ai lotti di viale Palmiro Togliatti, dove un ragazzo tunisino di 19 anni è stramazzato a terra con un coltello infilato in un fianco dopo essere stato aggredito da un 21enne con precedenti per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, ora accusato di aver teso un agguato al nordafricano che fino a poco tempo prima aveva lavorato per lui e il suocero come palo e vedetta a 100 euro a turno di servizio.
A fare il nome dell’aggressore è stata la stessa vittima, sottoposta ad intervento di asportazione della milza al Policlinico Casalino, mentre una sua amica rom, che aveva anche lei lavorato per la coppia di spacciatori del Quarticciolo, era stata massacrata di botte solo poche ore prima sempre dal 21enne e dalla fidanzata finendo in ospedale con varie ferite al volto. I carabinieri, con il coordinamento della Procura che ha chiesto e ottenuto il provvedimento cautelare in carcere nei confronti del giovane romano, hanno sentito numerosi testimoni dei fatti di quella notte. E sono così arrivati ad arrestare il boss dello spaccio al Quarticciolo.