Saranno gli artificieri dell’Esercito domani mattina a disinnescare la bomba d’aereo risalente al 1944, trovata circa un mese fa in un cantiere edile di Viterbo. Le operazioni di bonifica dell’ordigno da 2.000 kg, di cui 1300 di solo esplosivo, entreranno nel vivo all’alba con l’evacuazione di 36mila viterbesi, che abitano in un raggio di 1400 metri dal luogo del ritrovamento.
“Sarà una operazione complessa e delicata – ha spiegato il prefetto Gennaro Capo durante la conferenza stampa – Ma abbiamo sviluppato un piano delle operazioni che garantisce la massima assistenza per la popolazione, limitando al massimo i disagi per gli evacuati”. Sono già state prese misure per il cantiere e quelle che limitano la circolazione nelle strade immediatamente prospicienti. Domattina le sirene daranno il via alle operazioni e, entro le ore 9:00, l’area che si trova in un raggio di 1400 metri dalla bomba dovrà essere completamente evacuata. I residenti dovranno lasciare le loro abitazioni e tutte le attività che si trovano nella “zona rossa” saranno sospese: un’ordinanza sindacale ha infatti disposto la chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali e delle strutture sanitarie che ricadono nell’area. La Questura di Viterbo, inoltre, ha disposto specifiche misure di ordine pubblico e anti-sciacallaggio, rafforzate dal monitoraggio aereo da parte di diversi droni. Per l’accoglienza degli evacuati il Comune di Viterbo ha allestito tre centri d’accoglienza nelle parrocchie di Santa Barbara e Santa Maria della Grotticella e nella chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia. Lì sarà ospitata la popolazione, sarà garantita la necessaria assistenza (nei giorni passati sono stati forniti questionari) e verranno distribuiti pranzo e bevande al sacco.