Italia Nostra Roma protesta contro la “politica del Campidoglio di abbattimento indiscriminato degli alberi romani. Sono stati abbattuti 15 alberi sul piazzale del Pincio, di cui 6 pini colossali che costituivano l’essenza stessa della spettacolare esposizione arborea del Pincio”. E gli Amici di Villa Borghese in un post sui social rilanciano attaccando l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi sulle modalità della sostituzione degli alberi tagliati di recente, spiegando che “sono già tutti secchi, la Villa è diventata un obitorio vegetale a cielo aperto”. I pini erano stati curati, si legge in una nota, possibile fossero tutti da abbattere? I pini erano stati curati dalla Toumeyella e dunque si stenta a credere che fossero tutti malati irrecuperabili. Ciascuno di quegli alberi, ma principalmente ciascuno di quei pini, era un vero “monumento”. Della demolizione di questi “monumenti” si chiede di conoscere ogni dettaglio, ogni passaggio amministrativo e burocratico. Se ancora si può parlare di democrazia a Roma. Mentre quei tronchi andrebbero lasciati dove sono affinché chiunque esperto possa farsi il proprio giudizio sulla ineluttabilità di quelle “demolizioni”. E aggiunge: “Il Comune faccia chiarezza, cessi dal procedere oltre con interventi del genere, in attesa di ogni chiarimento scientifico. La Soprintendenza statale di Roma a sua volta intervenga con tutti i suoi poteri su quanto accaduto nei giorni passati e su quanto potrebbe accadere domani”, conclude l’associazione ambientalista. Mentre Oreste Rutigliano, presidente di Italia nostra Roma, punta il dito contro le perizie che permettono gli abbattimenti.