Non è una questione di clima, ma di cimice asiatica, che insieme a quella autoctona, sta minacciando alcune produzioni fruttifere del Lazio, come le colture di nocciole, ciliegie e pesche.
I due insetti, secondo quanto segnalato da Coldiretti, già nel 2023 hanno causato un calo del raccolto del 30% con punte che superano il 40%, soprattutto nei territori della provincia di Viterbo. L’associazione dei produttori prevede problemi anche per le piante di kiwi, ciliegie e pesche. Sono però soprattutto le nocciole a destare preoccupazione ed è per questo che Coldiretti ha scritto alla regione. “La nostra richiesta – ha spiegato il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – nasce dall’esigenza dei produttori di nocciole di poter effettuare, per la lotta contro le cimici e cimici asiatiche, un trattamento aggiuntivo con le sostanze già autorizzate dalle “Norme tecniche di difesa integrata e di controllo delle erbe infestanti”, nel caso in cui dovesse verificarsi un grave attacco nel corso del 2024. La richiesta consiste nell’ottenere, eccezionalmente, un’autorizzazione di 120 giorni per ampliare le norme tecniche di difesa integrata e controllo per il nocciolo, aumentando il numero dei trattamenti previsti per le cimici e per le cimici asiatiche a partire dal 1° maggio 2024.