Si fanno sempre più alte le proteste dei romani sull’aumento del costo del biglietto di bus e metro e sul rincaro della Tari:da giugno i bollettini di Ama saranno più cari del 2,87 per cento ma il Comune assicura di aver evitato un incremento del 14 per cento grazie alla lotta all’evasione. Ieri l’assemblea capitolina ha bocciato la mozione presentata dai consiglieri di Italia Viva, Valerio Casini e Francesca Leoncini, per impedire la maggiorazione del Bit (il ticket integrato a tempo) da 1,50 a 2 euro (il giornaliero salirebbe invece da 7 a 9,30 euro) che dovrebbe scattare dal 1° luglio. Malgrado l’Aula abbia respinto la proposta di aprire un tavolo di confronto «per le reperire le risorse necessarie a scongiurare gli aumenti», gli eletti nelle file del partito di Matteo Renzi auspicano che «si riesca a trovare una soluzione diversa a tutela degli utenti e delle fasce più deboli». A confermare l’inevitabile «rimodulazione» tariffaria pensata soprattutto per gli utenti occasionali è stato il sindaco, Roberto Gualtieri, nell’incontro con la stampa estera. Il primo cittadino ha però ribadito che l’ultima parola spetta alla Regione (la quota parte di risorse del Fondo nazionale trasporti che verranno assegnate alla Capitale) e ha assicurato che, per controbilanciare la misura, diminuirà il costo degli abbonamenti.