Il Tribunale dei ministri ha archiviato l’ultimo procedimento a carico dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, che era indagato per falso ideologico, corruzione, omicidio colposo plurimo, lesioni e somministrazione di medicinali imperfetti.
La denuncia era stata presentata dall’Associazione Ali (Avvocati Liberi) per conto del sindacato di Polizia OSA, del sindacato Finanzieri democratici, dei danneggiati da vaccino riuniti nel comitato Ascoltami e dell’ex senatrice Bianca Laura Granato.
Nella denuncia depositata alla Procura di Roma, gli avvocati Antonietta Veneziano e Angelo Di Lorenzo avevano allegato gli errori e le omissioni che Aifa e Ministero avevano fatto per minimizzare i danni da vaccino, emersi sin dall’inizio della campagna di vaccinazione di massa. Le stesse denunce erano state portate a conoscenza del grande pubblico televisivo anche nel corso di una puntata della trasmissione “Fuori del Coro“.
Il Tribunale dei ministri, organo speciale composto da magistrati e presente all’interno di ogni Corte d’Appello con competenza a giudicare sui reati commessi dal Presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni, ha stabilito che l’ex ministro Speranza non deve andare a processo.
“Roberto Speranza ha agito, all’interno delle proprie prerogative istituzionali, per l’esclusivo fine di tutelare la salute collettiva della popolazione e giammai per fini individualistici, specialmente dolosi”, ha scritto Speranza sui suoi canali social, citando un passaggio dell’ordinanza di archiviazione.
Resta ancora in piedi la posizione dell’ex direttore generale di Aifa, Nicola Magrini, denunciato per gli stessi reati, ma è molto probabile che anche in questo caso l’esito sia l’archiviazione.
Nonostante l’archiviazione, l’ex ministro Speranza, ovunque vada in giro per l’Italia per presentare il suo libro “Perché guariremo”, è accolto da veementi contestazioni, al grido di “assassino”, come avvenuto mercoledì 3 aprile a Ostia. A protestare non sono in prevalenza le persone non vaccinate, ma quelle che hanno subito danni dai cosiddetti vaccini anti Covid.
A vedere la mole di danneggiati e degli effetti avversi (anche mortali) che i sieri Covid hanno determinato non può certo dirsi che sia andato tutto bene, contrariamente allo slogan “andrà tutto bene”, che veniva diffuso nei giorni del lockdown. “Non è andato tutto bene” è il titolo del documentario scritto e diretto da Paolo Cassina, che cerca di ricostruire tutte le incongruenze emerse nel corso della gestione dell’emergenza sanitaria e dalla campagna di vaccinazione.
A “Camelot, una tavola rotonda per la Verità” intervengono: la senatrice Bianca Laura Granato, la dottoressa Barbara Balanzoni, la giornalista Marianna Cané e il documentarista Paolo Cassina.