Sono scattati gli arresti domiciliari nei confronti dell’amministratore di fatto di una cooperativa sociale operante nel settore ambientale. Gli accertamenti delle Fiamme gialle del 5° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma hanno permesso di appurare come il patrimonio dell’impresa sia stato progressivamente smantellato dei suoi asset più rilevanti, subendo, invece, l’addossamento dei debiti maturati da altri soggetti giuridici riconducibili all’imprenditore. In particolare, allo scopo di creare una così detta bad company destinata al fallimento, era stata ideata la cessione di un ramo d’azienda e l’affitto di un altro, consentendo a nuovi soggetti giuridici «arricchiti» di proseguire la redditizia attività di raccolta dei rifiuti, forti di un portafoglio di appalti del valore residuo di circa 14 milioni di euro in alcuni comuni del Lazio. Negli anni la cooperativa aveva accumulato debiti per un ammontare complessivo di circa 4 milioni di euro, dei quali due verso l’Erario, per imposte e contributi non versati.