Il 10 gennaio le scuole riapriranno, ma c’è il rischio di trovare classi semivuote e cattedre deserte. Solo nel Lazio mancano all’appello più di 500 insegnanti, la maggior parte a Roma. Tra chi è positivo, chi costretto in quarantena o chi non vaccinato, le assenze tra i professori sono in continuo aumento. E sostituirli sarà un compito difficile.
Lo confermano Mario Rusconi e Cristina Costarelli, rispettivamente presidente dei presidi d’Italia e del Lazio. In media ogni scuola della Regione dovrà fare a meno di 4 o 5 insegnanti, e non basterà chiamare i laureandi per colmare il buco. Così il rischio è che la ripresa delle lezioni si trasformi in un incubo.
La soluzione, dicono i vertici dell’associazione dei presidi, è ridurre la durata delle lezioni. Le cattedre vacanti più difficili da coprire saranno quelle delle materie scientifiche alle scuole superiori, a causa del basso numero di professori abilitati. Intanto la Regione Lazio ha firmato un’ordinanza che postica per tutte le classi di ordine e grado il ritorno a scuola per lunedì 10 gennaio.
Manca sempre meno al suono della campanella e la corsa al tampone e alla mascherina è già iniziata. Le farmacie, già sovraffollate in queste settimane, attendono l’ennesima ondata di prenotazioni.