La famiglia di Andrea Purgatori si dichiara “incredula” dell’operato dei medici e sottolinea in una nota come “la diagnosi iniziale del maggio 2023 del Prof.
Gianfranco Gualdi del dott. Di Biase e della dott.ssa Colaiacono di numerose metastasi celebrali era errata come è risultato senza incertezze dall’indagine autoptica“.
La famiglia del giornalista aggiunge inoltre che l’errata diagnosi fu reiterata nonostante “i continui e gravi episodi ischemici” e non solo “ha sviato il percorso terapeutico della reale patologia” ma “ha avuto conseguenze gravissime, avendo condotto ad immediate ed importanti cure radio terapiche su tutto l’encefalo alla massima potenza e intensità”.
Una consulenza medica, disposta dal pm Giorgio Orano ha individuato i punti deboli nel trattamento terapeutico di Purgatori. Premettendo che il giornalista era affetto da un severo tumore ai polmoni, quella consulenza ha accertato che i medici curanti non seppero diagnosticare l’endocardite (infezione delle valvole cardiache) che determinò la fine. Di più, secondo gli esperti è «censurabile la gestione clinica di Purgatori presso la casa di cura Villa Margherita».