La cappa di sabbia del Sahara e la pioggia carica di polvere che copre le auto: è accaduto sia sulle Alpi e Dolomiti sia in molte zone del centro Italia, Roma compresa. L’aria della Capitale è sempre più satura di polveri sottili che costringono i romani, allertati dall’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gualtieri, a razionare le uscite di casa, soprattutto le persone più fragili.
L’emergenza inquinamento non passa: ancora tre giorni di «dust», come la definisce Arpa Lazio, in arrivo dal deserto africano e, come conseguenza, smog oltre i livelli di guardia fino a venerdì. Oggi dovrebbe esserci il picco assoluto con il dato del particolato (Pm10) generato da autoveicoli e riscaldamenti a segnalare una media cittadina di 113 microgrammi per metro cubo, ben più del doppio rispetto alla soglia dei 50 consentita per legge. Ma anche per mercoledì (112) e giovedì (106) i valori previsti non permettono di far rientrare l’allarme inquinamento.
Il Campidoglio ha dunque ribadito alcune azioni volontarie per contribuire a prevenire l’aumento delle concentrazioni inquinanti: “Optare per l’uso dei trasporti pubblici evitando il più possibile l’impiego del veicolo privato a motore; utilizzare in modo condiviso l’automobile per contribuire alla riduzione dei veicoli circolanti (car pooling o car sharing); preferire veicoli elettrici, ibridi o alimentati con combustibili a basso impatto (es. metano); adottare comportamenti di guida volti alla riduzione di emissioni inquinanti; limitare gli orari di accensione degli impianti termici e ridurre la temperatura massima dell’aria negli edifici; optare per l’uso della bicicletta; preferire, ove possibile, spostamenti a piedi”.