Come ogni settimana, la puntata del venerdì di Extra con Claudio Micalizio è dedicata al racconto e all’approfondimento dei temi in primo piano dalla provincia di Viterbo insieme a Gaetano Alaimo, direttore di Newtuscia.it.
Anche questa settimana tanti gli spunti di attualità che tengono banco sul territorio a cominciare dalla bomba risalente alla Seconda Guerra Mondiale rinvenuta mercoledì 20 marzo in un cantiere edile in via De Gasperi. Non è la prima volta che il territorio restituisce alla luce un residuato bellico ma l’ordigno in questione sarebbe davvero uno tra i più grandi – se non il più grande – mai rinvenuti nel viterbese: le specifiche, impressionanti, vedono un peso di circa 2000 kg, di cui 1300 kg solo di tritolo.
Spazio anche alle polemiche sul deposito per le scorie nucleari che potrebbe essere realizzato nel viterbese: dei 51 siti individuati dalla società Sogin per ospitare il deposito di scorie nucleari, ben 21 sono nella provincia di Viterbo, tra cui Vasanello, Vignanello e Gallese. Una scelta che gli amministratori locali respingono anche perchè, secondo alcuni studi scientifici condotti nei mesi scorsi, i siti individuati non presenterebbero i parametri ambientali e sismici idonei per ospitare il deposito di scorie nucleari.
Tutti i siti individuati nel Lazio sono nella Tuscia e interessano i territori dei Comuni di: Ischia di Castro, Canino, Cellere, Montalto di Castro, Tessennano, Tuscania, Tarquinia, Piansano, Arlena di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Gallese, Corchiano. Le dimensioni del progetto sono assolutamente rilevanti : il nuovo deposito dovrà custodire 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui 17mila metri cubi “a media e alta attività” e 78mila metri cubi “a molto bassa e bassa attività”, così ripartiti: 50mila metri cubi sarebbero destinati allo smantellamento degli impianti nucleari per la produzione di energia elettrica, 28mila metri cubi dedicati agli impianti nucleari di ricerca ed ai settori della medicina nucleare e dell’industria.
Tra le 67 aree nel 2021 dichiarate idonee per il deposito dei rifiuti radioattivi italiani anche tre comuni del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre che associa come aderenti i comuni di Civita Castellana, Orte, Nepi, Castel Sant’Elia, Vasanello, Vignanello, Vallerano, Canepina, Gallese, Corchiano, Faleria, Calcata e Fabrica di Roma.