La scoperta di cavità sotterranee e anche di una falda in pressione nel terreno di Villa Torlonia potrebbero portare il cantiere del futuro Museo della Shoah di Roma a una modifica della tecnica usata per le fondamenta.
Tale modifica sarà discussa con l’impresa nell’arco dei prossimi tre mesi e, se si troverà una soluzione, già a luglio potrebbero partire i cantieri per le fondamenta e a quel punto scatterebbero i 600 giorni per la realizzazione del museo. E’ quanto è emerso stamattina nella commissione capitolina Lavori pubblici presieduta da Antonio Stampete (Pd). A essere audito è stato il direttore dei lavori, l’ingegner Andrea De Gorga: “Ma non dobbiamo allarmarci sui tempi” ha affermato il tecnico.
De Gorga ha fatto il punto sulla realizzazione del museo progettato da Luca Zevi che ricorderà le vittime dell’Olocausto. Lo scorso ottobre il Museo, il cui progetto ha ricordato anche Stampete “arriva da lontano, almeno da 15 anni”, è stato oggetto di una legge che stanzia oltre 10 milioni per la sua realizzazione e il suo funzionamento, di cui 4 per il 2023, 3 per il 2024, 3,050 per il 2025 e 50 mila euro all’anno dal 2026.