Il lavoro nel turismo è per il 70% irregolare, per il 60% a tempo parziale, per il 55% a chiamata, per il 40% precario e per il 20% stagionale; le retribuzioni sono notevolmente inferiori rispetto alla media degli altri settori economici e produttivi: l’80% dei lavoratori è inquadrato ai livelli più bassi dei Contratti nazionali di lavoro di settore. Per questo è importante FareTurismo, evento nazionale dedicato alla formazione, al lavoro, alle politiche turistiche, ideato e organizzato dalla Leader srl e giunto alla 23/a edizione che si tiene all’Università Europea di Roma da oggi a venerdì: 2.000 colloqui per 500 posti ricercati da catene alberghiere, hotel, tour operator, terme, agenzie per il lavoro.. La pandemia aveva sottratto nel 2022 ben 300mila lavoratori al turismo, in quanto il lungo periodo di chiusura aveva determinato l’esodo verso altri settori o il ricorso a sussidi statali; in aggiunta, la precarietà maggiore nel turismo (41%) rispetto al mondo del lavoro in generale (22%) e la cospicua quota di impieghi stagionali (14% contro il 2%) hanno sempre richiesto “normalità” e qualità del lavoro sia attraverso il costante aggiornamento professionale per gli occupati che la certificazione delle competenze per i neo addetti. Inoltre hanno complicato il quadro le retribuzioni poco interessanti, ma soprattutto il disinteresse da parte del mondo giovanile ad accettare sacrifici nei fine settimana e nei mesi estivi.