Un dito mozzato in una busta e immerso in un liquido. E’ uno spaccato della violenza con cui “operano” alcune frange della criminalità capitolina quello che ha scoperto la polizia nell’ambito di perquisizioni fatte dalla polizia nell’ambito dell’indagine della Dda di Roma, che nei giorni scorsi ha portato all’emissione misure cautelari per tre persone accusate di essere i mandanti di un tentato omicidio avvenuto nella zona di Morena nel febbraio del 2023 e l’omicidio di Andrea Fiore avvenuto nel marzo successivo nella zona del Quadraro. Il rinvenimento venne fatto dalla polizia nel 2022 all’interno di un locale che veniva utilizzato anche dalla banda per il deposito di sostanze stupefacenti ed armi. Agli arresti si è arrivati anche grazie alla collaborazione di un pentito che ha fornito elementi utili agli inquirenti. Nel procedimento si contestano i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, omicidio, sequestro di persone e lesioni. Tutte fattispecie aggravate dal metodo mafioso. Nel corso delle perquisizioni, coordinate dall’aggiunto Ilaria Calò e Mario Palazzi, sono state trovate anche “numerose armi, una mannaia” nonché “fucili con canne mozze e una pistola mitragliatrice artigianale autocostruita e 8mila euro in contanti”. Dagli atti dell’indagine emergono anche alcuni episodi su come operava il gruppo criminale e il modus operandi che faceva ricorso a tortura e mutilazioni. Viene citato dal gip il sequestro di una giovane: un blitz coordinato dal capo della banda, detto ‘lo zio’, che con una videotelefonata impartiva gli ordini tra cui quello di “tagliare il dito” alla vittima.