Apre la settimana di Punto di Rottura con Rush, il programma che spacca l’informazione a metà e cerca di aiutare più persone possibili in questo mondo che spesso non ci aiuta per niente. L’argomento principale di questa puntata verte sugli aumenti che siamo costretti a subire ogni qual volta arriviamo a ridosso delle feste Pasquali, a partire dalle uova e il fenomeno social che è esploso, pesarle per assicurarsi la sorpresa all’interno tanto desiderata. Si può fare o non si può fare?
Durante la trasmissione intervenuto il Presidente Nazionale di Assoutenti, Gabriele Melluso che ci ha spiegato in modo esaustivo che si possono pesare perché le bilance sono all’interno dei punti vendita per nostro utilizzo.
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Si, le uova di Pasqua si possono pesare, Assoutenti ci spiega il perché!
Apre la piacevole chiacchierata il servizio curato dalla giornalista Silvia Corsi, che ci da modo di poter tornare all’argomento principale, il caro voli e cibo che torna prepotente ad ogni Pasqua, i numeri che il Presidente riporta durante il programma sono eclatanti, l’olio d’oliva ha subito forti rincari per non parlare dei viaggi che spesso non permettono alle famiglie di riavvicinarsi, immaginate studenti che vivono fuori regione o addirittura, Italia. Di seguito il comunicato Stampa:
Si avvicina la Pasqua e torna puntuale in Italia il fenomeno del caro-voli. Lo afferma il Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.) che, in collaborazione con Assoutenti, ha analizzato l’andamento delle tariffe aeree nel periodo delle festività pasquali per capire quanto costi acquistare oggi un biglietto per la Sicilia e la Sardegna, o per recarsi all’estero nei giorni di festa.
L’analisi di C.r.c.-Assoutenti sulle tratte nazionali ha preso in esame un volo di andata e ritorno dalle principali città italiane con partenza venerdì 29 marzo e ritorno martedì 2 aprile: chi acquista oggi un biglietto A/R per l’aeroporto di Catania spende un minimo di 365 euro partendo da Torino, 319 euro da Verona, 317 euro da Venezia. Più economico volare da Roma, dove il biglietto per Catania parte da 144 euro.
Se invece si vuole raggiungere Palermo, per le stesse date si spendono 305 euro partendo dallo scalo di Forlì, 295 euro da Bologna, 288 euro da Torino, 259 euro da Milano.
Costoso anche raggiungere la Sardegna a Pasqua: il biglietto A/R da Bologna ad Alghero parte da 334 euro, 323 euro se si atterra a Cagliari; per volare a Cagliari partendo da Verona la spesa minima è di 279 euro – analizzano C.r.c. e Assoutenti – A tali cifre occorre poi aggiungere la spesa per il bagaglio a mano o la scelta del posto a sedere, balzelli che fanno salire enormemente il costo finale del biglietto.
Molti gli italiani che approfitteranno dei giorni di festa per recarsi all’estero e visitare una capitale europea: in questo caso, partendo nella mattinata del 29 marzo e rientrando nel pomeriggio/sera del giorno di Pasquetta (1 aprile), chi acquista oggi un biglietto spende un minimo di 489 euro per volare da Roma ad Amsterdam, 455 euro da Milano a Berlino, 336 euro da Roma a Madrid, 302 euro da Roma a Copenhagen, 254 euro da Milano a Barcellona.
Proibitivi i prezzi dei biglietti A/R per le località di mare più ambite: ipotizzando una settimana di vacanza, da sabato 30 marzo a sabato 6 aprile, servono (in base alle soluzioni migliori proposte dai siti di comparazione) 466 euro da Milano a Sharm el-Sheikh, 749 euro da Roma a Zanzibar, 936 euro per le Maldive e addirittura 1.166 euro per le Seychelles.
“Nonostante gli sforzi messi in campo dal Governo, il fenomeno del caro-voli sembra senza soluzione, e le compagnie aeree continuano ad imporre il proprio strapotere ricorrendo ad algoritmi che fanno salire le tariffe alle stelle in concomitanza con i periodi di festa e le partenze dei cittadini, senza che gli utenti possano in alcun modo difendersi da tali politiche scorrette” – dichiara Furio Truzzi, presidente del Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.).
“Con queste tariffe viaggiare in aereo sta diventando sempre più un lusso per ricchi, una situazione che lede il concetto di continuità territoriale e danneggia non solo i consumatori, costretti e rinunciare alle partenze o tagliare i giorni di villeggiatura, ma anche le imprese locali, disincentivando il turismo” – commenta il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso.