E’ arrivato il rinvio a giudizio in Procura a Roma per Vittorio Sgarbi ex sottosegretario alla Cultura del governo Meloni. L’inchiesta per reati tributari riguarda la (presunta) sottrazione di 715mila euro allo Stato. Tutto sarebbe avvenuto nel corso dell’acquisto di un’opera di Vittorio Zecchin – «Il giardino delle fate» – che Sgarbi, facendo figurare la compagna Sabrina Colle quale reale acquirente e servendosi del denaro di una terza persona, si sarebbe aggiudicato in un’asta nell’ottobre del 2020. In sostanza, Colle avrebbe agito — secondo il nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Roma — per conto di Sgarbi. Tutto questo per aggirare il fisco. Il sottosegretario aveva una serie di debiti con l’erario e avrebbe preferito non intestarsi questa opera d’arte, questa la tesi. Quindi, per la procura, il reale acquirente era il politico. Il procuratore aggiunto Stefano Pesci contesta la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Sgarbi che nelle scorse settimane si era dimesso dal suo incarico risulta sotto accusa anche per un’altra e più complessa vicenda quella relativa alla tela di Rutilio Manetti. In questo capitolo lo stesso Sgarbi è indagato per riciclaggio di opere d’arte.