Roma entra nell’era del 5G per essere «smart city». Roma avrà la più estesa, la più integrata, la più capillare rete digitale che una città possa vantare, persino in Europa. Non ci saranno più «buchi» di copertura del segnale, ci sarà continuità nelle gallerie, nelle stazioni metro e ovunque. Sarà pronta già quest’anno sul 64% del comune. Permetterà di integrare tutti i sensori che servono a monitorare l’ambiente, la sicurezza, la mobilità e trasformerà, anzi creerà, il sistema nervoso della città. Magari qualcuno apprezzerà soprattutto che le telefonate non cadranno appena entrati in galleria. L’integrazione e la disponibilità dei dati di ogni tipo, da diverse sorgenti e di varia natura, serviranno ad alimentare una sala operativa unica. Quindi verranno creati sistemi di alert che mobilitano più soggetti in caso di emergenza; sistemi di intelligenza artificiale che «pensano» modelli predittivi; informazioni a supporto delle decisioni. Su questa base sono costruite varie applicazioni: dall’assistente virtuale turistico alle app su mobilità, sicurezza e infrastrutture critiche. Insomma, Roma saluta con piacere una sua dimensione digitale.