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Magistratura: sieri, tamponi e mascherine (Con Avv. Angelo Di Lorenzo, 20/02/2024)

 

 

La magistratura in Italia compie il suo dovere?

La domanda è lecita, specialmente alla luce di quanto accaduto nell’era pandemica, con l’obbligo vaccinale, le sospensioni dal lavoro, il super green pass.

Basti pensare la recente caso di Flavia Borella, scrive Treviso Today.it: La donna era stata licenziata per il mancato utilizzo della mascherina in un periodo in cui (l’autunno del 2022) l’obbligo di legge per il contrasto del Covid era venuto meno. Ma la sua azienda aveva un protocollo aziendale che continuava a prevederlo. La donna ha visto respinto di recente (la sentenza è dello scorso 20 dicembre) il suo ricorso contro il provvedimento che il giudice del lavoro ha ritenuto però corretto in quanto l’azienda avrebbe agito seguendo “il criterio di precauzione”.

Precauzione da cosa? Innumerevoli studi provano l’inutilità delle mascherine nel prevenire contagi e trasmissione, inoltre l’utilizzo delle mascherine non era obbligatorio per legge, il che comunque significa che non vi erano rischi sanitari. È questo il compito della magistratura? Come è possibile che un giudice possa prendere una simile decisione? Oltretutto un giudice del lavoro, dove è finita la tutela del posto di lavoro? Inoltre quali danni avrebbe portato Flavia Borella non indossando la mascherina? Ed infine per quale motivo non sanzionare l’azienda che ha imposto un obbligo senza nessun fondamento?

Torniamo alla domanda: la magistratura in Italia compie il suo dovere? Oppure è condizionata nel suo giudizio? Ne parliamo insieme all’Avv. Angelo Di Lorenzo presidente ALI, Avvocati liberi.

Iniziamo dall’ammissione dell’avvocatura dello stato davanti al TAR

Roma 13.1.2024 – L’associazione Avvocati Liberi, parte ricorrente nel giudizio R.G. 9326/2023 pendente innanzi al TAR LAZIO contro l’Ordinanza del Ministro della Salute del 28 aprile 2023, nonché della Circolare del 8 settembre 2023 n. 27648, nonché della circolare del 15.12.2023 n. 39123 e, infine, dell’Ordinanza del Ministro della Salute del 27 dicembre 2023 con cui si sono prorogati gli effetti della prima sino al 30 giugno 2024, rende noto che lo stesso Ministero, difendendosi davanti al giudice, ha ribadito e confessato che le misure dei tamponi sono solo RACCOMANDAZIONI che non prescrivono alcun “OBBLIGO AL RIGUARDO”.

Un’ordinanza che non ha valore di legge non essendo nemmeno passata dal Parlamento, ma soprattutto un’ordinanza che ha provocato il caos cure, ledendo il diritto alle cure stesse. Perché da nord a sud, ogni struttura da ospedali a cliniche, a RSA, ha imposto le sue regole. C’è chi chiede il tampone e la mascherina per i pazienti, chi anche per i visitatori, chi addirittura vieta l’ingresso ad amici e parenti del degente, il tutto è fuori legge. Nessuno può imporre l’utilizzo di mascherine o il tampone per i pazienti e per i visitatori, chi lo fa commette un reato, in questi casi si devono chiamare le forze dell’ordine e denunciare l’accaduto. Anche su questo aspetto la magistratura non ha mosso un dito.

Speranza e il danneggiato

Parliamo della squallida figura rimediata dall’ex ministro Speranza a Potenza, dove è stato contestato da una persona danneggiata da vaccino in sedia a rotelle, un giovane che prima era sano e sportivo.  Speranza gli ha detto che era pagato da “Fuori dal coro”, che aveva firmato il consenso informato (che prima di tutto non era informato e secondo era obbligatorio firmare, quindi non era un consenso ma una vera e propria estorsione), il giovane indossava una maglietta con la scritta “Vaccinato e danneggiato” e Speranza gli ha detto “Con questa maglietta voi ammazzate le persone”. Come se i vaccini anti Covid non avessero ammazzato nessuno e Speranza non avesse commesso alcun errore. Il giovane è intervenuto in trasmissione diverse volte qui, qui e qui.

Vergognoso anche il fatto che Speranza ammetta la possibilità del danno da vaccino, accade anche con l’aspirina ha detto al giovane in sedia a rotelle, ma non si è proposto di aiutarlo e nemmeno si è assunto la responsabilità dei danni da vaccino, come se fosse normale abbandonare i danneggiati al loro destino dopo averli obbligati all’inoculazione. La magistratura cosa fa? Invece di indagare sui gravissimi comportamenti emersi dalle carte, chiede l’archiviazione per Speranza, è successo a Bergamo ed è successo a Roma.

A Bergamo L’ex presidente del Consiglio e l’ex ministro della Salute erano accusati di omicidio colposo ed epidemia colposa, la stessa Procura di Brescia aveva richiesto l’archiviazione.

Magistratura: Post di Speranza sull'archiviazione nell'inchiesta di Bergamo
Magistratura: Post di Speranza sull’archiviazione nell’inchiesta di Bergamo

https://www.facebook.com/robersperanza/posts/790435629114604?ref=embed_post

Magistratura: richiesta di archiviazione per Speranza

Inspiegabilmente la magistratura ha richiesto l’archiviazione al Tribunale dei Ministri per Speranza, ma come è possibile, stante la mole di prove, intercettazioni e mail contenuti nella denuncia presentata da Ali? Si possono archiviare i morti, i danneggiati, la negazione degli effetti avversi, i danni dei lockdown, la discriminazione inumana attuata con il green pass, Il protocollo tachipirina e vigile attesa, la negazione delle cure domiciliari, del plasma iperimmune ecc… La leggerezza di certe decisioni che non avevano nulla di scientifico? Può la magistratura chiedere di archiviare tutto questo?

Una spiegazione a questo e ad altre sentenze irricevibili riguardo a obbligo vaccinale, green pass e danni da vaccino, infatti La Cassazione dettava la linea sugli effetti avversi definiti a priori «Trascurabili». Nel documento scovato da Andrea Zambrano per La Nuova Bussola Quotidiana. La relazione del Massimario della Cassazione per orientare i giudici sulle cause Covid: «Effetti avversi rari e brevi». Eppure, decessi e danneggiati erano già ampiamente presenti nella farmacovigilanza internazionale. Ma non se n’è tenuto conto per giustificare la costituzionalità dell’obbligo vaccinale. E così sono proliferate le archiviazioni.

È questo il compito della magistratura? Decidere a priori senza indagare? È anche per questo che la Corte Costituzionale ha considerato legittimo l’obbligo vaccinale? L’articolo continua:

A pagina 13 della relazione, i giudici Maria Acierno e Antonietta Scripa scrivono: «È scientificamente provato e riconosciuto che i vaccini costituiscono una delle misure preventive più efficaci con un rapporto rischi/benefici particolarmente elevato ed un valore etico intrinseco assai rilevante in quanto espressione del dovere di solidarietà». E in quella successiva, nel tentativo di giustificare il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione indicano in premessa che «secondo la Costituzione un trattamento sanitario obbligatorio è conforme all’articolo 32 ove sia teso a migliorare o preservare lo stato di salute del soggetto a cui è diretto e non incida negativamente sulla salute del destinatario».

Nel caso delle richieste di risarcimento o di indennizzo, in tutte le cause legate al vaccino contro il  Covid-19, le indicazioni del 2021 erano chiare. In estrema sintesi: i vaccini erano sicuri ed efficaci, la Costituzione è stata rispettata, l’obbligo vaccinale e quello del Green pass erano giusti, per sé e per gli altri.

Può la magistratura escludere i danni da vaccino a priori, nonostante le evidenze? Può la magistratura basarsi su una parte del mondo scientifico e ignorare la restante parte?

Dietro queste indicazioni, sono fioccate le archiviazioni in ogni causa che tirasse in ballo le vaccinazioni.

Con questo documento la cassazione ha di fatto influenzato pesantemente le decisioni dei magistrati, quindi torniamo alla domanda: La magistratura in Italia compie il suo dovere?

Certo la responsabilità più grande di quello che è accaduto è dei politici e della classe medico/scientifica, ma se la magistratura avesse agito diversamente, le cose non sarebbero andate così e ci sarebbe stata quella giustizia che è stata invece archiviata.

Francia approvato in prima lettura l'”emendamento Pfizer”

Mentre l’Assemblea nazionale aveva respinto, nella notte tra martedì 13 e mercoledì 14 febbraio, l’articolo 4 del disegno di legge volto a “rafforzare la lotta contro le aberrazioni settarie”, mercoledì pomeriggio ha avuto luogo una seconda deliberazione sulla misura relativa alla costituzione del reato di istigazione all’abbandono delle cure. Il governo e la sua maggioranza relativa questa volta hanno vinto la causa contro i principali gruppi di opposizione. Ecco il testo della legge:

È punita con un anno di reclusione e un’ammenda di 15.000 euro la provocazione ad abbandonare o ad astenersi dal seguire un trattamento medico terapeutico o profilattico, allorché tale abbandono o astensione venga presentato come benefico per la salute delle persone interessate quando invece, allo stato delle conoscenze mediche, ciò sia chiaramente suscettibile di comportare gravi conseguenze per la loro salute fisica o psicologica, tenuto conto della patologia di cui soffrono.

È punibile con le stesse sanzioni la provocazione ad adottare pratiche presentate come aventi scopo terapeutico o profilattico nei confronti delle persone interessate allorché è evidente, allo stato delle conoscenze mediche, che tali pratiche espongono le stesse ad un rischio immediato di morte o di lesioni tali da comportare mutilazioni o invalidità permanente.

Quando alla provocazione prevista dai primi due commi abbiano fatto seguito gli effetti, le pene sono aumentate a tre anni di reclusione e a 45.000 euro di multa.

Quando tali reati siano commessi attraverso la stampa scritta o audiovisiva, per quanto riguarda l’individuazione dei responsabili si applicano le specifiche disposizioni delle leggi che regolano la materia.

Così in Francia la magistratura avrà a disposizioni nuove armi per colpire chi critica il pensiero unico sui farmaci sperimentali.

 

 

 

 

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