“Irreperibilità assoluta del contribuente”. E poi si scopre il perché. Una cartella esattoriale di 13milioni e 928mila euro per mancati versamenti Iva, secondo l’Agenzia delle Entrate Riscossione, è andata in fumo per un errore di notifica dell’atto, reiterato per oltre dieci anni, a partire dal 2007: una «L» invece di due nell’indirizzo giusto di residenza. È sostanzialmente questa la motivazione con cui la Corte di giustizia tributaria (in due gradi di giudizio) ha dichiarato la prescrizione del titolo esecutivo contestato all’imprenditore Massimo D’Alessio, assistito dagli avvocati Fabio Calò e Giuseppina Tenga. Per la stessa ragione i giudici hanno dichiarato prescritte altre otto cartelle esattoriali dal valore complessivo di circa 160mila euro. In pratica le nove cartelle sono state notificate in via Renato Birolli 52, sulla Prenestina, strada dedicata a un pittore dove non ci sono case ma solo stabilimenti industriali, mentre il domicilio esatto era via Carlo Porzio Biroli 52, dove si trova un residence abitato in prevalenza da stranieri, sulla Cassia. A fare la differenza è stata quindi una «L» di troppo, che ha trasformato «Biroli» in «Birolli», malgrado il nome di battesimo diverso.