Il presidente della Regione Rocca lo aveva chiesto e ora molte strutture private accreditate, a partire da inizio 2024, hanno messo le loro agende a disposizione del Servizio sanitario regionale, entrando nel Recup (il numero unico per le prenotazioni), per tentare di ridurre l’annosa questione delle liste d’attese troppo lunghe. Troppi arretrati di esami e visite da smaltire. Ci vorrà del tempo perché gli effetti siano palesi ed evidenti. Ma entro il 2024, la media del 12 per cento messa a disposizione finora dovrà arrivare (gradualmente) al 70%, in modo da offrire ai cittadini 4 milioni e 200mila prestazioni in più. Tra chi si è già attivato per aumentare la presenza nella lista delle disponibilità, il Cristo Re, il Vannini, i Cavalieri di Malta, il Policlinico Di Liegro, il Villa San Pietro, il Campus Bio-Medico e il Policlinico Gemelli. Ma al momento lo sforzo non è ancora abbastanza. «Le segnalazioni dei cittadini testimoniano difficoltà, ritardi e percorsi spesso frammentati – spiega Elio Rosati, segretario regionale Cittadinanzattiva Lazio – dove ogni parte del sistema appare, spesso, non legata, non coordinata, non fluida. Il risultato è sotto gli occhi di tutti».