5 in condotta nel primo trimestre e dieci giorni di sospensione: continua a colpi di comunicati la polemica sulle sanzioni proposte dal dirigente scolastico nei confronti degli studenti che hanno occupato il liceo Tasso nelle settimane passate. Ora arriva la lettera firmata dal preside, Paolo Pedullà, e da 32 insegnanti (la metà del corpo docente), in cui si denuncia «la strumentalizzazione» di un fenomeno, le occupazioni, «che da anni appare triste, ripetitivo e vuoto a chi lo osservi senza pregiudizi ideologici». Tra le altre, si stigmatizza la decisione «presa nell’ambito dei collettivi politici da un manipolo di studenti che impone la scelta a tutti gli altri e nottetempo entra a scuola bloccando la didattica curricolare a vantaggio di lezioni tenute da ospiti più o meno famosi e corsi su fumetti, fotografia, burraco tenuti da sedicenti rivoluzionari». L’epilogo della protesta, scandita da «musica, balli, birra e spritz», culmina nella «conta dei danni» con il dispendio di denaro pubblico per sanificare i locali. Gli studenti del Collettivo ribattono su Instagram: “Ciò che ha attirato l’attenzione della stampa, del ministero e dell’opinione pubblica non sono state le nostre richieste e il nostro dissenso, bensì il modo in cui è stato represso, non educativo ma punitivo”. E per venerdì annunciano un «sit-in silenzioso davanti alla scuola.