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Aggressioni e risse in aumento in ospedale, medici e infermieri lavorano in trincea – Extra – Mercoledi 10 gennaio 2024

Il fenomeno fa notizia con una certa evidenza soltanto in questo ultimo periodo in cui gli episodi si sono moltiplicati ma purtroppo parte da lontano. Lo dicono le statistiche: negli ultimi tre anni, si sono verificati quasi 5.000 episodi di minacce, lesioni e aggressioni in ambito sanitario, con una media di circa 1.600 incidenti all’anno. E sette casi su dieci hanno come vittima una donna.

Un dato preoccupante e in allarmante ascesa: emerge da una rilevazione che indica come gli infermieri siano la categoria più colpita dalle aggressioni, con cifre molto più elevate di quelle ufficialmente denunciate; il 68% degli operatori sanitari ha subito almeno un episodio di violenza nella vita. Cifre che, dopo anni di disinteresse e battaglie sindacali, ora stanno risvegliando l’interesse della politica: per il ministro della Salute, Orazio Schillaci, l’aumento del numero di aggressioni è in aumento e considera questo fenomeno un grave problema culturale.

Per affrontare la questione, è stata avviata una campagna di sensibilizzazione, in collaborazione con il ministero dell’Interno, per aumentare la presenza della polizia presso gli ospedali: la campagna promuove il messaggio “La violenza non ti farà stare meglio, un medico, un infermiere o un operatore sì” e mira a intervenire anche sul versante culturale, sottolineando che gli operatori sanitari sono lì per aiutare, non per essere oggetto di aggressioni.

Il testo evidenzia la necessità di agire su diversi fronti, tra cui contrastare la carenza di medici rendendo le professioni sanitarie più attrattive, aumentare le retribuzioni e migliorare la sicurezza sul luogo di lavoro. Il presidente degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, suggerisce anche l’implementazione di figure di mediatori per gestire situazioni di tensione nei luoghi di cura. I primi progetti sono già stati abbozzati e sono in fase di verifica: grazie alla collaborazione tra Federsanità, la Società di medicina di emergenza e Urgenza (Simeu), sono già 92 i progetti di prevenzione attuati negli ospedali di 17 regioni, finalizzati a diffondere buone pratiche per affrontare la violenza e migliorare la sicurezza degli operatori sanitari.

Poi ovviamente c’è anche il risvolto giudiziario. Perché se è vero che all’origine del fenomeno c’è un deficit di tipo culturale, questi episodi hanno pesanti ripercussioni anche sul piano legale e vanno condannati. A tal proposito recentemente il ministro Schillaci sottolinea che nel 2020 è stata approvata una legge per aumentare le sanzioni penali contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari, e un Osservatorio ad hoc è stato istituito.

Dei problemi della sanità, e in particolare dell’emergenza sicurezza che si vive quotidianamente negli ospedali, Claudio Micalizio parla in questa puntata di Extra con Laura Rita Santoro, referente per Nursing up Lazio.

 

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