Il Natale assume significati diversi a seconda delle persone: per qualcuno è una rinascita, per altri una pausa dal passato oppure un nuovo inizio, un momento di riflessione o l’occasione per godere delle coccole familiari e dell’affetto degli amici.
Di partenza, ovviamente, c’è l’aspetto religioso: per i cristiani infatti il Natale rappresenta una nuova luce ma sono in molti ormai a suggerire che anche chi non è credente può beneficiare dello scambio di auguri e affetto, vedendo gli altri sotto una nuova luce.
Tuttavia, alcuni vivono il periodo natalizio con una sensazione di stress dovuta alle pressioni sociali, come la preparazione dell’albero, gli acquisti dell’ultimo minuto e le complicazioni organizzative con i parenti. E allora è possibile evitare di finire coinvolti in questo gorgo forsennato?
E’ a questo punto che, di solito, si leva l’invito a riscoprire il vero significato del Natale, sottolineando che non esiste una formula magica per farlo: chi ha fede, ovviamente, si aggrapperà agli aspetti più strettamente mistici e soprannaturali mentre la chiave interpretativa proposta per chi preferisce un approccio laico suggerisce di avere il Natale nel cuore durante tutto l’anno, mantenendo rapporti positivi con gli amici, accogliendo i parenti e prendendosi cura di loro in modo autentico.
Una ricetta che, in teoria, può valere tutto l’anno anche al di fuori del tradizionale periodo festivo: per chi vorrebbe “rinascere”, gli esperti consigliano di non fuggire da se stessi ma piuttosto di guardarsi da una prospettiva diversa, stimolare mente e cuore, aprirsi agli altri, accettare i fallimenti, superare la solitudine e apprezzare la bellezza della vita.
Certo, non serve necessariamente rimettere in discussione la propria esistenza per assaporare almeno un po’ del significato più profondo del Natale e qui gli psicologi assicurano che anche le decorazioni tipiche del periodo possono regalare qualche suggestione: sempre gli esperti suggeriscono di stabilire nuovi obiettivi e di addobbare la casa non solo materialmente, ma anche con l’amore interiore, superando tensioni e conflitti e cercando di perdonare chi ci ha fatto del male, poiché solo con la pace nel cuore si può veramente dire che è Natale.
E poi ovviamente c’è tutta la sfera religiosa, che fa di questa ricorrenza un pilastro delle festività cristiane le cui origini si fondano, storicamente, anche con altri riti di tradizione millenaria. Il documento antico noto come il Cronografo dell’anno 354, per esempio, attesta che la festa del Natale a Roma il 25 dicembre corrisponde alla celebrazione pagana del solstizio d’inverno chiamato Natalis Solis Invicti. Questo evento segna la nascita del nuovo sole, simboleggiando il rinnovamento della luce dopo la notte più lunga dell’anno.
La scelta di celebrare la nascita di colui che è considerato il “Sole vero” e la “luce del mondo” in questa data è stata un tentativo di conferire un significato completamente nuovo a una tradizione pagana importante, che coincideva con le festività dei Saturnali romani. Durante i Saturnali, gli schiavi ricevevano doni dai loro padroni e partecipavano alle festività insieme ai liberi cittadini.
Come già accennato la festa del Natale si sovrappone approssimativamente alle celebrazioni del solstizio d’inverno e ai Saturnali romani, che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre. Nel calendario romano, il termine “Natalis” era già utilizzato per diverse festività, come il “Natalis Romae” del 21 aprile, che commemorava la nascita di Roma, e il “Dies Natalis Solis Invicti”, la festa dedicata alla nascita del Sole (Mitra), introdotta a Roma da Eliogabalo nel 218-222 d.C. e ufficializzata da Aureliano nel 274 d.C. con la data del 25 dicembre.
In questa puntata speciale di Extra, in onda il giorno di Natale, Claudio Micalizio ospita don Luca Pedroli, sacerdote e bibista docente presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma per una profonda riflessione sul significato religioso di una festa che resta attuale anche in periodi difficili e drammatici quali quelli che stiamo vivendo.