I partiti che oggi compongono la maggioranza di governo lo avevano promesso ancora prima che iniziasse la campagna elettorale culminata nel voto dell’ottobre 2022. E così, dopo continui annunci e altrettanti stop and go coincisi con il progressivo adeguamento delle norme, l’esecutivo di Giorgia Meloni pochi giorni fa ha confermato che nella manovra di bilancio per il prossimo anno non ci saranno proroghe per il Superbonus, il meccanismo di incentivo fiscale varato dal Governo Conte alla fine della pandemia del 2020 per rilanciare l’economia attraverso un forte impulso al settore edile.

La vicenda è stata “pompata” per mesi da giornali e talkshow televisivi che, rilanciando le dichiarazioni dei politici di turno, hanno contibuito a demonizzare il provvedimento proprio come già era accaduto in precenza per il reddito di cittadinanza, spaccando l’opinione pubblica tra sostenitori e critici del provvedimento fiscale.

Ma quello che sfugge all’opinione pubblica, sempre pronta a schiumare rabbia sull’argomento, è che appesi al superbonus ci sono i destini di migliaia di vite. E’ il caso di quanti, fidandosi di una legge varata dall’allora governo Conte, hanno deciso di programmare la ristrutturazione delle proprie case in un’ottica di efficientamento energetico, sapendo che proprio grazie al  meccanismo fiscale il conto alla fine sarebbe stato pagato dallo Stato: l’obiettivo era quello di favorire le classi meno abbienti che, attraverso il bonus 110%, avrebbero potuto far ristrutturare la propria casa senza alcun esborso economico cedendo alle imprese la possibilità di scontare fiscalmente il rimborso previsto a fronte dell’investimento iniziale.

Ma quando il governo Meloni, appena insediato, ha deciso da un giorno all’altro di sospendere il provvedimento, le famiglie che avevano commissionato i lavori e le imprese edili che li avevano eseguiti sono rimasti spiazzati, in mezzo al guado. Un dietrofront che il ministro dell’economia Giorgetti ha sempre motivato con la necessità di bloccare un provvedimento troppo oneroso e pericoloso per i conti pubblici italiani, nonostante ricerche e documenti ufficiali anche dello stesso Ministero di Economia e Finanza abbiano al contrario quantificato importanti benefici sul piano economico e sul miglioramemto del patrimonio immobiliare interessato dai cantieri.

Tra un annuncio e l’altro, nell’ultima manovra di bilancio è inserita la conferma che il Governo non prorogherà il superbonus nel 2024 ma ancora non è chiaro come verrà gestito il passato perché, di modifica in modifica, le norme pubblicate negli ultimi mesi non hanno mai dato rassicurazioni su chi pagherà i lavori che nel frattempo sono stati eseguiti e quelli lasciati a metà: con il risultato che ci sono famiglie in mezzo ad una strada perché, per eseguire le ristrutturazioni oggi bloccate sono nel frattempo uscite di casa, e anche imprese edili che hanno già dichiarato fallimento per aver fatto lavori e commissionato spese che nessuno può pagare.

In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio fa il punto dell’accaduto con Domenico Passarella, vicepresidente di Cnl – Federazione Nazionale delle Progettazioni, Costruzioni e Infrastrutture che da anni affianca