La tutela del paesaggio e dell’ambiente va portata avanti in modo continuativo e gli enti locali sono i custodi del territorio.
Lo abbiamo detto tante volte anche nel corso dei programmi di informazione e approfondimento del nostro gruppo editoriale e i primi a esserne consapevoli sono gli amministratori delle piccole e grandi comunità: sindaci e assessori di quei centri che vivono anche di turismo, sanno perfettamente che la fortuna economica di quel territorio è legata in modo inscindibile alla valorizzazione e alla protezione della natura circostante e del patrimonio monumentale, artistico e culturale della zona.
Nel Belpaese sono migliaia le mete che meriterebbero di essere valorizzate e che invece sono poco conosciute perchè l’offerta turistica nazionale da sempre punta sui luoghi da cartolina, le località di mare e di montagna più gettonate o le classiche città d’arte. Ma l’Italia degli oltre 8mila borghi offre molto di più, le piccole comunità stesse rappresentano di per se una preziosa attrazione che meriterebbe di essere scoperta con esperienze immersive fatte di soggiorni rilassanti per assaporare gusti, odori e tradizioni della vera provincia italiana.
E anche se è antipatico fare raffronti e confronti, è ovvio che le località costiere possono contare su una risorsa in più: il mare. Con i suoi 8mila chilometri di costa, l’Italia che si staglia nel mar Mediterraneo è una vetrina naturale per il turismo e ogni comune costiero è consapevole dell’opportunità ma anche della responsabilità che l’amministrazione di un territorio così vasto e meraviglioso comporta.
Ma quanto “vale” il mare? Quali benefici apporta l’habitat marino per l’economia di un paese come il nostro? Le stime sono per difetto ma rendono l’idea: secondo l’Unep, cioè l’agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che dal 1972 opera per la tutela dell’ambiente e per l’uso sostenibile delle risorse naturali, i benefici prodotti anche dall’industria del turismo e derivati dagli ecosistemi del Mare Mediterraneo possono valere almeno 10.000 euro l’anno per kmq e più di un terzo di questo immenso patrimonio ambientale è concentrato proprio nel nostro paese, per un valore di almeno 9 miliardi di euro.
Uno studio di Nomisma, invece, stima che un quarto del prodotto interno lordo italiano dipenda da questo elemento naturale così prezioso per tutta una serie di attività economiche, commerciali, produttive, turistiche ed energetiche correlate proprio all’ambiente marino. Comprensibile dunque l’interesse e l’attenzione che gli amministratori locali nutrono verso un habitat che, prima di tutto, rappresenta un elemento di forte appeal turistico e il Lazio, con i suoi 361 km di coste che lambiscono il Tirreno dalla Toscana alla Campoania, lo sa bene. Ma è altrettanto innegabile che l’economia del mare sia molto altro, dalla pesca alla cucina.
E allora ecco che comuni come Fiumicino si stanno industriando per valorizzare al meglio e in tutti gli ambiti la loro risorsa marina ben sapendo che, come tutti i tesori, anche il mare va preservato e tutelato dalle insisdie esterne: l’esperienza dei “Tavoli del Mare”, andati in scena lo scorso novembre per iniziativa dell’amministrazione locale in collaborazione con “Il Faro Online”, ha acceso un vero e proprio dibattito su come rilanciare il litorale romano senza penalizzare l’ambiente naturale e partendo dai punti di eccellenza del territorio. Una sfida ambiziosa e impegnativa per gli amministratori locali, di cui Claudio Micalizio parla con Stefano Costa, Assessore Ambiente e Pesca Comune di Fiumicino, ospite della puntata odierna di Extra.