In questa puntata di Extra approfondiamo una sentenza, pronunciata a metà ottobre dalla Corte Europea per i Diritti umani, che per la prima volta stabilisce un principio molto importante e apre le porte ad un’ondata di richieste di risarcimento senza precedenti: ogni Stato ha il dovere di tutelare la salute dei propri cittadini garantendo la salubrità dei luoghi dove vivono e, se questo non accade, deve risarcirli anche se non hanno subito danni concreti come nel caso di malattie e decessi.
Ogni anno in Italia oltre 300mila persone muoiono per le conseguenze dell’inqinamento atmosferico ma secondo stime più recenti dell’Oms, diffuse poche settimane fa, le vittime del Pm2.5 sarebbero almeno 700mila, ovvero la metà di quanti perdono la vita per i rischi ambientali che possono riguardare l’incapacità di garantire l’accesso all’acqua potabile per i cittadini o politiche non efficienti nello smaltimento dei rifiuti.
Un’epidemia cronica che, però, non solo non fa notizia ma neppure viene percepita come un problema dai governi e dalle istituzioni sanitarie dei singoli stati. Un’inerzia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già condannato in più occasioni ma senza che la politica ambientale dei paesi dell’Unione abbia mai subito positive accelerazioni.
La speranza che qualcosa cambi, però, ora è affidata proprio alla sentenza della Corte di Strasburgo che lo scorso ottobre ha accolto il ricorso presentato da alcuni cittadini campani interessati a partire dal 1994 da una grave emergenza rifiuti che, protraendosi per lungo tempo, aveva causato gravi disagi a tutta la popolazione del territorio.
La pronuncia ha il valore di un clamoroso precedente, perché sancisce il diritto per ogni cittadini di vivere in un ambiente sano e se questo non può essere garantito, potenzialmente chiunque può chiedere un risarcimento danni anche non si è ancora ammalato. Nel caso specifico, infatti, l’Italia è stata condannata dalla Corte europea sulla base degli innumerevoli studi scientifici che negli anni hanno dimostrato che la permanenza in un luogo non salubre può provocare gravi malattie.
Una presa di posizione dura, dunque, con cui i giudici di Strasburgo ribadiscono che è compito delle istituzioni governative garantire la qualità della vita di tutti i cittadini e che apre le porte ad un’ondata di richieste di risarcimento. In che modo? Claudio Micalizio ne parla con Bruno Borin di Consulcesi, la società specializzata in ambito legale e formativo conosciuta soprattutto perchè offre supporto consulenziale per i professionisti sanitari.