Il 27 e 28 ottobre a Roma si terrà una Conferenza internazionale di Pace cui parteciperanno decine di delegazioni dall’estero: sarà un occasione di confronto per proporre una soluzione alternativa alla guerra in Ucraina che non passi attraverso le armi e l’uso della forza.
Ma il summit che vedrà la capitale al centro del mondo non è organizzato dalla cosiddetta Comunità Internazionale, cioè dall’insieme degli Stati, ma nasce per iniziativa di gruppi associazionisti, movimenti pacifisti, associazioni politiche e organizzazioni non governative. A oltre 20 mesi dall’inizio del confltto, infatti, ancora nessun governo ha voluto provare a rilanciare il dialogo diplomatico per un cessate il fuoco che dia sollievo alla popolazione martoriata dal conflitto. Per la verità qualcosa è cambiato negli ultimi tempi: per mesi la parola “pace” è stata tabù nel dibattito politico, almeno qui in Italia, e per chi la auspicava era pronta l’etichetta di essere filorusso o insensibile alle sorti del popolo ucraino; un automatismo, alimentato dalla politica e da una parte della stampa che ha riservato lo stesso trattamento anche a Papa Francesco che, come del resto la Chiesa Cattolica, ha sempre propugnato la pace, qualunque fosse la guerra. Poi, quando si è capito che i tempi del conflitto in Ucraina sarebbero stati più lunghi e il sostegno dell’opinione pubblica alla linea militare ha iniziato a calare, ecco che sui media e nei talkshow si è fatta strada in modo timido anche un’altra ipotesi: sarà mai possibile arrivare ad una soluzione non militare del conflitto?
Certo, poca roba rispetto a quando il pacifismo era una voce presente nel dibattito del paese ed era capace di muovere manifestazioni e proteste di piazza. Erano altri tempi, si dirà, anche se in fin dei conti stiamo parlando comunque di questo terzo millennio apertosi con le guerre in Iraq e in Afghanistan e con la gente che ancora scendeva in strada e il no alle armi era considerato una posizione controcorrente ma rispettata e consapevole. A ormai 20 mesi dall’invasione russa in Ucraina, allora, si parla di pace ma quasi non credendoci… anzi: gli stessi esperti di geopolitica e strategie militari che in quasi due anni avevano pronosticato progressi lampo a favore di Kiev, oggi ammettono che il cessate il fuoco per via diplomatica sarebbe impossibile e rilanciano: la guerra finirà solo per collasso di uno dei due paesi o di entrambi.
E cosi mentre Russia e Ucraina a fasi alterne e ponendo reciprocamente condizioni si dicono pronte al dialogo, l’unica iniziativa diplomatica effettivamente sul tappeto resta quella del Vaticano, al di là dei tentativi condotti qua e là da alcuni improbabili mediatori come la Turchia o la Cina. Con gli Stati Uniti sempre meno interessati a sostenere Zelensky e a continuare a inviare nuove armi, l’Europa potrebbe prendere l’inziativa e provare a mediare. Ma al momento è una speranza vana. E così chi è contro l’uso della violenza può giusto aggrapparsi a iniziative come quella che andrà in scena nella capitale a fine mese. Proprio della Conferenza Internazionaledi Pace in programma a Roma il 27 e 28 ottobre parliamo in questa puntata di Extra: ospite di Claudio Micalizio c’è Moreno Pasquinelli, portavoce del “Fronte del dissenso” .