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Non solo Roma – Puntata di Giovedì 14 Settembre 2023

Non solo Roma con Elisa Mariani – Puntata di Giovedì 14 Settembre 2023

CHE COS’è LA “FRIGO TAX”, LA PRATICA CHE STA ACCENDENDO LE POLEMICHE TRA I CONSUMATORI DELLA CAPITALE

Ospite in collegamento Ivan Marinelli, Presidente Nazionale AECI-Associziazione Europea Consumatori Indipendenti

Nuova polemica tra i consumatori di Roma, dopo la diffusione di una nuova pratica sempre più adottata dagli esercenti della Capitale e ribattezzata “Frigo Tax”.  Parliamo di un costo aggiuntivo sui prodotti da frigo dei supermercati diventato, ovviamente, oggetto di discussione in città.

La questione è stata portata alla ribalta dal Corriere della Sera, che ha riferito che decine di supermercati a Roma hanno iniziato a far pagare ai clienti un extra di circa venti centesimi per le bevande conservate nei frigoriferi.

Ad esempio, in un supermercato di via Archimede, la dicitura sugli scontrini recita aggiunta frigo”. In generale, l’aggiunta per ottenere una bevanda fredda da un frigorifero ammonta a 20 centesimi, indipendentemente dal tipo di bevanda scelta, che sia acqua, birra, succo di frutta, aranciata o altro. Gli esercenti e i supermercati, dalla loro, giustificano la “tassa” come un qualcosa di necessario per coprire i costi energetici dei frigoriferi. E quindi la dicitura “Aggiunta frigo” sugli scontrini è necessaria per coprire le spese necessarie per mantenere le bevande fresche.

La “Frigo Tax” rappresenta una novità significativa rispetto alle  diciture che a volte compaiono sugli scontrini per giustificare rincari. In questo caso, il sovrapprezzo è fisso e non tiene conto del prezzo originale del prodotto. Ma è ovvio che la “Frigo Tax” va a colpire una categoria particolare, quella dei lavoratori che cercano un po’ di refrigerio durante la pausa pranzo, rendendo più oneroso il semplice piacere di godersi una bevanda fresca in un caldo giorno “estivo” (anche a settembre inoltrato).

“La spiegazione che danno gli esercenti per giustificare la dicitura non ci convince molto – ha sottolineato Ivan Marinelli – perché tutti i prodotti sono aumentati e in quegli stessi aumenti sono compresi anche i costi energetici. Quindi bisognerebbe capire quanto è lecito tutto ciò, come sempre bisognerà fare chiarezza”.

Aumenti generalizzati che, come è ormai risaputo, hanno investito anche il settore energetico con prezzi delle bollette alle stelle; bollette salatissime che hanno portato ben 4 milioni di italiani a diventare vittime di frodi e truffe: “Un numero importante che evidenza come le difficoltà economiche portano moltissimi a farsi convincere da prezzi vantaggiosi per risparmiare e poi, in realtà, a finire nella rete dei truffatori. – ha detto ancora Marinelli – Di solito le modalità sono due, telefonica o porta a porta. Invitiamo gli utenti ovviamente a prestare attenzione, a non fornire dati personali telefonicamente, a leggere con attenzione i contratti. Ovviamente le associazioni di categoria sono presenti soprattutto per aiutare in questo senso, quindi contattatele in caso di dubbio”.

ACQUISTI E TUTELA AMBIENTALE, IL 78% DEGLI ITALIANI SI DISCHIARA DISPOSTO A RINUNCIARE ALLA PLASTICA MONOUSO: L’INDAGINE MAREVIVO

Ospite in collegamento Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali Marevivo

Dal sondaggio IPSOS 2023, commissionato da Marevivo con il sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati, nell’ambito della campagna nazionale #BastaVaschette, rivolto ai cittadini italiani responsabili degli acquisti, emergono dati significativi in merito all’utilizzo eccessivo di confezioni in plastica monouso per frutta e verdura.

L’82% degli italiani dichiara di consumare ogni giorno frutta e/o verdura. Ogni anno si consumano oltre 1,2 miliardi di vaschette monouso per il loro imballaggio, per la maggior parte non riciclabili e dannose non solo per l’impatto ambientale, dato dal costo in termini di co2 per la produzione e lo smaltimento di questi materiali, ma anche per il fatto che possono contaminare gli alimenti, rilasciando sostanze dannose per la salute dell’uomo.

Il dato rilevante che emerge dal sondaggio è che, potendo scegliere tra le due opzioni di acquisto, la stragrande maggioranza degli italiani (78%) opta per lo sfuso e solo il 22% per il confezionato.

La grande distribuzione (iper e supermercati) si conferma il canale di acquisto in assoluto più utilizzato dalla maggior parte del campione intervistato (70% delle preferenze). Dal sondaggio emerge che per i consumatori, l’acquisto di frutta e verdura sfusi è considerato la normalità, solo il 36% fatica ad abbandonare gli imballaggi monouso in plastica.

Secondo gli intervistati sono due i principali vantaggi di acquistare frutta e verdura sfuse: poter scegliere la quantità esatta di prodotto da consumare, (35%) e la possibilità di constatare con certezza la qualità di tutti i prodotti che si stanno acquistando (29%).

I vantaggi, invece, di acquistare imballaggi monouso di plastica risiedono principalmente in una maggior garanzia di igiene e nella riduzione dei tempi per fare la spesa.

A frenare l’adesione unanime alla scelta dello sfuso la presenza di alcuni miti in parte ancora da sfatare. Un intervistato su tre non sa che gli imballaggi di plastica contaminano il cibo rilasciando residui che vengono poi ingeriti ed è convinto che gli imballaggi di plastica sono sempre completamente riciclabili, il 22% pensa che gli imballaggi di plastica proteggono la nostra salute e il 19% degli italiani sostiene che riducano lo spreco di cibo.

Nonostante alcune false convinzioni, i dati raccolti descrivono un contesto valoriale uniforme, attento e coinvolto rispetto al tema del rispetto ambientale.

Oltre il 90% degli intervistati dice che ridurre il consumo di plastica è fondamentale per proteggere l’ambiente, che l’inquinamento del mare dovuto alla plastica è oggi uno dei problemi più urgenti da affrontare e che ciascuno di noi, con le sue azioni quotidiane può contribuire a migliorare la situazione. È emerso inoltre, che Governo e istituzioni dovrebbero fare di più per sensibilizzare i cittadini sul tema del rispetto dell’ambiente (90%), varando leggi che impongano comportamenti più rispettosi per l’ambiente e rendendoli più consapevoli attraverso una migliore informazione. Non a caso, solo 1 italiano su 5 dichiara di conoscere il procedimento del riciclo della plastica.

L’Unione Europea ha stimato che ogni cittadino residente in Europa genera quasi 180 kg di rifiuti da imballaggi in plastica ogni anno, un dato in sensibile aumento. Per invertire questa tendenza – ormai insostenibile – ha proposto un regolamento sugli imballaggi finalizzato da un lato a ridurre i rifiuti in plastica e dall’altro a migliorare il riciclo di quella in circolazione. Tra le proposte c’è proprio quella di ridurre gli imballaggi monouso di plastica/polistirolo per frutta e verdura ancora non lavorata (escluse quindi per esempio le macedonie o i minestroni), legge già presente in Francia e Spagna.

Questa proposta è nota solo a poco più di 1 italiano su 10, tuttavia l’80% dei nostri intervistati è d’accordo con questa proposta e 9 italiani su 10 si dicono pronti a fare dei sacrifici per salvaguardare l’ambiente.

Marevivo, anche con il supporto di questo sondaggio da cui emerge il consenso degli Italiani, rilancia con forza l’appello alle Istituzioni chiedendo l’abolizione/regolamentazione di questo tipo di imballaggi a cominciare dalle scuole

 

 

 

 

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