Un referendum per abrogare la legge Lorenzin, il provvedimento che ha introdotto in Italia dieci vaccinazioni obbligatorie per i minori da 0 a 16 anni, pena il pagamento di sanzioni pecuniarie. A farne richiesta e a depositare i quesiti presso la Corte di Cassazione sono stati dodici cittadini italiani. L’idea è partita da Moreno Ferrari, presidente dell’associazione “No blood” che si batte per il diritto a ricevere con le trasfusioni un sangue sicuro. L’iniziativa ha raccolto, fino ad ora, l’adesione del sindacato di polizia OSA e altri movimenti e associazioni della società civile. A scrivere i quesiti referendari sono stati gli avvocati di ALI, associazione avvocati liberi Italia.
Le inoculazioni imposte dalla legge Lorenzin sono quelle contro la poliomielitie, la difterite, il tetano, l’epatite B, la pertosse, il morbillo, la rosolia, la varicella e l’Haemophilus di tipo B. In base al piano vaccinale le prime tre dosi di questi vaccini vanno somministrate entro il primo anno di vita del bambino. In assenza delle vaccinazioni, i bambini da 0 a 6 anni non possono frequentare l’asilo nido e la scuola dell’infanzia.
Recentemente il senatore Claudio Borghi ha presentato un emendamento volto a modificare la legge Lorenzin, dichiarato però inammissibile dalla Commissione Affari Sociali del Senato.
I promotori del referendum dovranno raccogliere 500mila firme: numero necessario perché il referendum possa svolgersi. Una volta raggiunto questo obiettivo, in base all’articolo 75 della Costituzione, il referendum è valido solo se partecipa al voto la maggioranza degli aventi diritti al voto. Garantita questa condizione, la legge viene cancellata se la maggioranza dei votanti si esprimerà nel senso dell’abrogazione.
A “Camelot, una Tavola rotonda per la Verità” intervengono per un dibattito sui rischi connessi alle vaccinazioni imposte dalla legge Lorenzin e sull’opportunità di abrogarla con referendum: Moreno Ferrari, Erminia Ferrari (medico), Ferdinando Donolato (naturopata, già presidente dell’associazione Corvelva) e Roberto Martina (avvocato di ALI).
Nella puntata torniamo a parlare anche delle trasfusioni di sangue dedicate (da persone non vaccinate) e della battaglia di impegno civico per fare in modo che diventino un diritto acquisito in ogni struttura ospedaliera italiana, previa valutazione del caso specifico del paziente che potrebbe necessitare di sangue trasfuso. Se ne sta occupando in particolar modo il Comitato di Sana e Robusta Costituzione con l’operazione “Legami di sangue”. Alla nostra tavola rotonda partecipa Raffaele Varvara (difensore clinico e fondatore del citato comitato).