Aggressioni ai medici sono sempre più frequenti. Il governo Meloni ha deciso di inasprire la risposta penale, prevedendo l’arresto in flagranza di reato anche differito di 48 ore. L’annuncio è arrivato dal ministro della Salute Orazio Schillaci, dopo il confronto con il titolare del dicastero della Giustizia, Carlo Nordio e la misura dovrebbe essere inserita in un prossimo decreto legge.
A richiedere una risposta repressiva più forte era stato Filippo Anelli, il presidente della Fnomceo (la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri).
Secondo il rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nel 2023 sono stati 123 gli operatori vittime di aggressione, di cui 77 di sesso femminile e 46 di sesso maschile.
Sembra essersi rotto un rapporto di fiducia e di rispetto tra pazienti e medici e all’orizzonte non si vede un’analisi sociale e politica sulle cause che hanno determinato questa rottura, come ad esempio la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria Covid.
In precedenza, con il decreto Mille proroghe, il governo Meloni aveva esteso lo scudo penale per i camici bianchi fino al 31 dicembre 2024. La norma li proteggerà dalle cause penali per colpa lieve e da quelle per errori gravi quando si lavora in condizioni di difficoltà per carenza di personale, che è la costante nelle strutture pubbliche.
La strada percorsa ogni volta è quella di offrire una risposta di tipo penale. Nessun esecutivo affronta invece i problemi che hanno causato queste degenerazioni, tra cui la carenza cronica di personale sanitario.
Cosa fare e quali sono le soluzioni a questa situazione?
Ne discutiamo a “Camelot, una Tavola rotonda per la Verità” con: Sandro Sanvenero (medico odontoiatra, già presidente dell’Albo degli odontoiatri di La Spezia), Mauro Di Fresco (avvocato e presidente dell’Associazione Avvocatura degli infermieri) e Dario Giacomini (medico radiologo e presidente dell’associazione Contiamoci).