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Medici e infermieri aggrediti in corsia, scatta l’arresto. Basterà ad arginare la violenza negli ospedali? – Extra – Martedì 17 settembre 2024

Un tempo il “pronto soccorso” degli ospedali era raffigurato come una trincea per raccontare gli sforzi, l’impegno e le responsabilità di quei medici ed infermieri che hanno il colpito di prestare le prime cure, spesso di importanza vitali, ai pazienti che arrivano in condizioni di emergenza. Da qualche tempo a questa parte, però, la metafora bellica rappresenta in modo fin troppo concreto la situazione che vive il personale costretto a difendersi dalle aggressioni in corsia dei famigliari dei pazienti.

L’ultimo episodio, avvenuto qualche giorno fa a Foggia, ha destato scalpore ma, come sempre, è solo la classica punta dell’iceberg: secondo i dati diffusi alcuni mesi fa dall’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie, nel 2023 sono stati segnalati 16.000 casi di aggressioni al personale sanitario e socio-sanitario, coinvolgendo più di 18.000 operatori. Tra le categorie più colpite ci sono gli infermieri, seguiti da medici e operatori sociosanitari, con una predominanza di vittime di genere femminile. E nel chiedere alle istituzioni di intervenire, l’ONSPES aveva preparato un piano che avrebbe dovuto puntare su prevenzione, formazione e comunicazione per dare al personale gli strumenti base per gestire le criticità e sensibilizzare l’opinione pubblica.

Dopo i recenti episodi di violenza al Policlinico di Foggia, anche il Governo si dice pronto a intervenire: il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato che le misure adottate finora, come l’aumento delle pene e la procedibilità d’ufficio, non sono più sufficienti e che in collaborazione con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si sta pensando a una nuova stretta che includa l’arresto anche nel caso in cui il colpevole venga identificato entro 48 ore dall’aggressione, sulla base di prove certe.

Un annuncio accolto con soddisfazione dal personale medico e paramedico ma che non basta a garantire serenità agli operatori che chiedono garanzie. Alcuni sindacati dei medici hanno già espresso il loro sdegno per la mancanza di misure di sicurezza adeguate negli ospedali e minacciano di abbandonare il servizio se non verranno adottate soluzioni concrete: chiedono un piano di riforma straordinario e misure immediate per fermare la violenza crescente nei confronti del personale sanitario.

Anche il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, chiede una risposta forte da parte dello Stato e delle Regioni, proponendo una maggiore sorveglianza e la possibilità di applicare l’arresto in flagranza anche nelle aggressioni al personale medico.

In questa puntata di Extra, il programma di approfondimento in onda tutti i giorni su Radio Roma News Tv, Claudio Micalizio incontra Gianluca Giuliano, segretario nazionale di Ugl Salute.

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