L’argomento scuola in questi giorni sta facendo particolarmente discutere, nello specifico si parla dell’algoritmo che “decide” le nomine delle persone. “Le precarie e i precari della scuola della provincia di Milano – si legge sul sito ADL Cobas – occupano l’atrio dell’UST di via Soderini per denunciare il malfunzionamento dell’algoritmo che ha portato a nominare decine di persone sulla stessa classe di concorso. Come l’anno scorso sono numerosi i docenti scavalcati nonostante i lauti punteggi.”
Occupando la sede del Provveditorato agli studi lombardo, i precari e le precarie hanno messo in campo un atto estremo di protesta e di rabbia per denunciare l’ennesima beffa che migliaia di insegnanti in tutta Italia sono costretti a vivere ogni anno in questo periodo. La questione riguarda l’algoritmo, che da qualche tempo a questa parte è stato introdotto probabilmente per facilitare l’incrocio tra cattedre vuote e professori disponibili, farebbe favoritismi o quanto meno non assegnerebbe le docenze secondo il criterio del punteggio che ha sempre dominato le graduatorie.
“Anche queste cattedre fantasma contribuiscono a falcidiare il diritto al lavoro dei docenti e a mantenere la propria continuità didattica e di reddito.” Oltre a danneggiare la continuità didattica, questo algoritmo non contribuisce ad una serenità dell’insegnante che – con sempre più l’animo stravolto – pensa a come arrivare a fine mese non riuscendo a percepire uno stipendio, nonostante abbia lavorato una vita intera per raggiungere determinati obiettivi.
L’algoritmo poco meritocratico
L’argomento ha una funzionalità complessa, così come decisamente complicate sono le procedure che alimentano la ridda delle nomine tra graduatorie differenti, nomine ministeriali e infine la possibilità in extremis per i dirigenti scolastici di chiamare in autonomia un professore tra quelli disponibili.
Se ci si ferma alla spiegazione di cui sopra, il meccanismo che ogni estate trova o dovrebbe trovare gli insegnanti necessari per avviare lezioni appare complicato per chi non frequenta il mondo nella scuola ma poi si aggiunge l’intelligenza artificiale, questo famoso algoritmo che compilando le graduatorie dei docenti in base alla loro esperienza pare favorisca quelli con un punteggio più basso. Per tanti precari, è solo l’ultima goccia che fa traboccare il vaso nel consueto calvario che vede decine di migliaia di insegnanti mortificati da un sistema che nessuno sembra voler o poter cambiare.