Aperto per Ferie con Elisa Mariani – Puntata di Giovedì 22 Agosto 2024
Estate 2024, cosa succede in città (e non solo)
Nell’immaginario collettivo, Roma è deserta nel mese di agosto. C’è la storica Lancia Aurelia B24 decappottabile che un giovanissimo Vittorio Gassman guida tra le vie centrali (e praticamente deserte) di una Roma nel pieno boom economico, nell’indimenticabile pellicola “Il sorpasso“. Negozi chiusi, silenzio inusuale, romani in villeggiatura, zero traffico: guardare Roma così fa uno strano effetto, ma a molti piace da impazzire.
I giorni attuali sono, però, un po’ diversi: la Capitale è affollata di turisti, i numeri degli accessi nella Città Eterna sono da record e trovare quella pace e quel silenzio non è così facile.
Insomma una città diversa, una città che vuole essere scoperta e vissuta anche attraverso gli eventi che la animano in questo caldo agosto 2024. Qui, cerchiamo di raccontarvela con approfondimenti, curiosità, qualche spunto di attualità e soprattutto consigli utili (per tutti). Questo è “Aperto per Ferie“.
Vespe orientalis, ragni violino e serpenti: Roma diventa una giungla
Ospite in collegamento: Andrea Lunerti, etologo ed esperto di sicurezza uomo-animale
Ogni anno sono centinaia le segnalazioni di animali pericolosi a Roma che giungono ai Carabinieri, alla Polizia Locale e ai Vigili del Fuoco. Un problema che sembra essersi intensificato nell’ultimo periodo, complice il cambiamento climatico e (soprattutto) la mano dell’uomo.
Le segnalazioni più comuni riguardano le vespe orientalis: tanti i nidi negli appartamenti, nascosti negli stipiti delle serrande, nei contatori o sotto ai tetti storici; o ancora: le vipere al Tufello e in viale delle Milizie.
Ci sono poi gli esemplari decisamente meno pericolosi, ma che richiedono comunque un intervento: si va dall’asino caduto nel dirupo a Morlupo, al cinghiale scivolato nella piscina, o ancora: la tartaruga gigante ritrovata in strada, un boa alla fermata del bus, il gufo intrappolato e la civetta in cantina.
Insomma, sembra che la nostra città si stia trasformando a tutti gli effetti in una giungla urbana: se il caldo intenso degli ultimi anni certamente non aiuta (intensificando la comparsa di specie inusuali nella nostra Penisola rispetto al passato), è pur vero che è la mano dell’uomo a fare i danni maggiori: pensiamo all’emergenza rifiuti che di fatto è una vera e propria calamita per molte specie animali (come i cinghiali o i rapaci).
A preoccupare poi è anche la recente diffusione del ragno violino: chiamato così per la caratteristica macchia a forma di violino che ha sul corpo, è un insetto di piccole dimensioni (tra 7 e 10 millimetri) di colore marrone, tendente al giallognolo.
Non si tratta di un insetto aggressivo, anzi: come la maggior parte delle specie ha paura dell’uomo e, nella gran parte dei casi, morde perché si sente per qualche motivo attaccato. Ha già determinato, però, la morte di un 23enne di Collepasso, motivo per cui si è diffusa una vera e propria psicosi.
“No alla guerra”, cittadini scendono in piazza a settembre
Ospite in collegamento: Glauco Benigni, giornalista e scrittore
“Stiamo andando dritti verso la terza guerra mondiale. Sai che significa? Che anche tu verrai gettato nell’incubo nucleare assieme ai tuoi cari.
Se anche tu di fronte a questa terribile prospettiva vuoi urlare “IO NO!” allora scendi in piazza, marcia per la pace!”. Con questo incipit sulla piattaforma Cittadini per la Pace è stata annunciata la manifestazione che si terrà ad Assisi il prossimo 29 settembre.
Obiettivo: disinnescare la guerra e innescare la pace. Certamente un fine non facile se consideriamo che l’idea è promossa da normali cittadini, senza alcun aiuto da parte della politica e delle istituzioni; cittadini che hanno estremamente bisogno di far sentire la propria voce e dire cosa, secondo loro, va cambiato.
“L’idea nasce da un gruppo di cittadini italiani esausti delle aberranti dichiarazioni pubbliche dei politici italiani sulla guerra imminente: noi siamo per la non belligeranza dell’Italia, per salvare le vite dei nostri figli e dei popoli” – si legge nella pagina.
“Ci proponiamo di fare rumore così da catturare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media per favorire un dialogo nazionale e internazionale che possa fare pressione sul governo, affinché sia costretto a convertire il coinvolgimento militare del nostro paese in azioni di diplomazia rivolte al raggiungimento della Pace”.
A Roma è l’estate degli incendi, mai così tanti
Ospite in collegamento: Raniero Maggini, Presidente WWF Roma
È un’estate di fuoco quella che sta vivendo la Capitale, alle prese con incendi che devastano il suolo praticamente ogni settimana.
La giornata di ieri, 21 agosto, è stata una delle più impegnative per i Vigili del Fuoco: un vasto incendio di sterpaglie nell’area verde tra Torre Spaccata e Cinecittà e uno nella notte in via Giustiniana.
Danni non solo per la salute umana (pensiamo all’aria irrespirabile per giorni), ma anche per il nostro ecosistema: un terreno interessato dal fuoco impiega anche decenni per riprendersi. “Tracce che saranno visibili purtroppo per tanto tempo – sottolinea il WWF Roma e Lazio -.
Ma al contrario, non si scorgono all’orizzonte tracce evidenti di piani preventivi efficaci per il controllo del territorio che riescano a garantire la diminuzione di tali eventi”.
In sostanza: si fa abbastanza per proteggere il nostro ambiente? “Tutto è affidato agli interventi di spegnimento da terra e dall’alto di donne e uomini eccezionali che intervengono decine di volte ogni giorno per ingaggiare la battaglia con le fiamme, -ha sottolineato Raniero Maggini – ma chiaramente non si può fare affidamento solo su di loro.
Se non ci saranno investimenti e progetti di prevenzione credibili in tal senso da subito, la situazione potrebbe diventare insostenibile nei prossimi anni”.
Bisogna considerare infatti più aspetti: innanzitutto la carenza sempre più evidente di acqua non solo nel Lazio, ma in gran parte d’Italia (che non aiuta certamente nella prevenzione dei roghi) e poi il mancato controllo di aree a rischio.
Pensiamo alla riserva naturale di Monte Mario, dove è scoppiato il devastante incendio di qualche settimana fa: con tutta probabilità le fiamme sono partite da alcune baraccopoli, presenti nell’area da diverso tempo e su cui nessuno aveva fatto i dovuti controlli.
“È chiaro che non si possono sgomberare queste strutture senza pensare a dove mandare poi chi ci abita – ha continuato Maggini – ma bisogna piuttosto realizzare un piano preventivo che metta tutti al sicuro, sia umani che vegetazione e fauna.
Siamo disposti come associazione anche ad un confronto e ad una strategia comune che possa risolvere l’emergenza quanto prima”.